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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Quattrocento: Giacomo del MainoPITTORI: Giacomo del Maino
Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
GIACOMO e GIOVANNI ANGELO DEL MAINO
1490-1495
Pavia, Basilica di san Michele Maggiore
Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
La pala, entro una cui nicchia si trova l'immagine in legno dipinto di sant'Agostino, è conservata sull'altare della prima cappella del transetto destra nella chiesa pavese di san Michele. L'intera pala, dorata e intagliata da Giacomo e Giovanni Angelo Del Maino, è strutturata su due registri sormontati dalla figura di Dio Padre e da due angeli.
Il registro superiore presenta il Cristo dei Dolori, raffigurato in una tomba con alle spalle la croce, con ai suoi lati i mezzo busti di santo Stefano papa e santa Barbara. Nel registro inferiore, nella nicchia centrale, troviamo la Vergine con il Bambino e santo Stefano. Ai suoi lati nelle nicchie sono poste le statue a figura intera di san Lorenzo e di sant'Agostino. ogni santo scolpito è pienamente identificabile grazie ad una iscrizione che si trova sul basamento.
Agostino è qui raffigurato nelle sue vesti episcopali, con la mitra in testa circondata dal nimbo dei santi. Indossa un elegante piviale rosso, mentre con la mano sinistra regge un bastone, che è quel che resta dell'originario bastone pastorale. Nella mano destra regge appoggiato al petto un libro chiuso. Alla base della statua si legge S. AVGVSTNVS. La pala è dedicata alla celebrazione del diacono Stefano che è inginocchiato dinanzi alla Vergine in una posizione esterna alla cornice della struttura del polittico, volutamente discosta a sottolineare alla spettatore il desiderio del santo di entrare nello spazio sacro dove si trovano tutti gli altri santi.
Nella scena centrale il Bambino in braccio alla Vergine si gira e indica la croce a Stefano quasi a volergli indicare simbolicamente il martirio che avrebbe dovuto subire. Alla figura di Stefano si collegano sia san Lorenzo che Agostino. I due diaconi Lorenzo e Stefano sono tradizionalmente associati nella devozione popolare, mentre Agostino ebbe un ruolo importante nella diffusione del culto verso il martire.
La critica ha attribuito l'opera a Giacomo e Giovanni Del Maino, due artisti milanesi del tardo Quattrocento. A Giacomo vengono attribuite buona parte della figure e l'impostazione generale, mentre al figlio Giovanni Angelo viene riservata la realizzazione della scena centrale della Vergine con ai piedi Stefano inginocchiato in vesti da diacono.
Giacomo del Maino
Giacomo Del Maino nacque a Milano in un anno imprecisato prima del 1469. Apparteneva a una famiglia di artisti del legno, la cui bottega fu una delle principali operanti nel Ducato di Milano nel Quattrocento.
Giacomo Del Maino aveva una personalità artistica attenta alle novità rinascimentali che si stavano proponendo nelle arti figurative e diede vita in Lombardia ad una stagione feconda nella realizzazione di opere lignee di arte sacra, anche di grandi dimensioni. Tra le sue opere vanno citati gli stalli del coro di Santa Maria del Monte sopra Varese (1478) o l'ancona (circa 1485) che racchiudeva La Vergine delle Rocce di Leonardo da Vinci, il cui contratto fu firmato con la Confraternita dell'Immacolata Concezione nel 1480. Ricordiamo anche l'ancona perduta realizzata per la scuola dell'Immacolata Concezione in San Francesco Grande a Milano (1483 circa). Nel 1496 Giacomo decise di trasferire la sua bottega da Milano a Pavia. A quell'epoca i suoi due figli Giovanni Angelo e Tiburzio collaboravano già con lui ed erano registrati a Milano come maestri del legno. La decisione di spostarsi a Pavia fu dettata probabilmente dalla possibilità di ottenere importanti commesse per le decorazioni della Certosa grazie ai contatti con Giovanni Antonio Amadeo. Al periodo pavese risalgono le prime opere dove si comincia a intravedere il talento artistico di Giovan Angelo, che sono comunque l'esito di una stretta collaborazione col padre. Emblematica in questo senso fu la realizzazione dell'imponente Ancona di Santo Stefano nella Basilica di San Michele Maggiore a Pavia. Giacomo morì a Pavia, dove si era trasferito in un anno imprecisato fra il 1503 e il 1505.