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Madonna con Bambino in trono tra sant'Agostino, santa Monica, sant'Antonio da Padova e san Girolamo
MENCHERINI MICHELANGELO DI PIETRO
1492
Lucca, Museo Nazionale di Villa Guinigi
Madonna con Bambino in trono tra sant'Agostino, santa Monica, sant'Antonio da Padova e san Girolamo
Questa pala d'altare piuttosto complessa dal punto di vista figurativo ci propone una Madonna in trono con il Bambino in braccio attorniata da vari santi tra i quali si possono distinguere sant'Agostino e santa Monica a sinistra, sant'Antonio da Padova e san Girolamo a destra.
Monica tiene in mano un libro e il crocifisso, san Nicola da Tolentino un libro e il giglio, mentre Girolamo ha i suoi tradizionali attributi e cioè la penna, il libro, il cappello cardinalizio e il leone. E' stata ipotizzata la possibilità che quest'opera sia da identificare con la tavola destinata all'altare di san Nicola da Tolentino nella chiesa di sant'Agostino.
Agostino indossa gli abiti e i paramenti episcopali. Nella mano sinistra tiene il bastone pastorale. Il viso è di persona adulta dallo sguardo duro ed autorevole. Come spesso Realizzata con la tecnica della tavola la pala è opera di Mencherini Michelangelo di Pietro pseudonimo del Maestro del Tondo di Lathrop. Il pittore la realizzò sul finire del Quattrocento nel 1492 seguendo ancora i canoni stilistici e compositivi quattrocenteschi. L'opera è conservata a Lucca nel Museo Nazionale di Villa Guinigi.
La devozione per la Vergine fu un carattere specifico dell'ordine agostiniano. Già Agostino, nei suoi scritti, esaltò le virtù, affermando inseparabile la sua azione da quella di Cristo e proponendola come modello per tutti i credenti. Agostino si fece veicolo di precisi contenuti dottrinari che ebbero lo scopo di confutare le tesi eterodosse diffuse a quei tempi. Agostino ribadì ripetutamente e con chiarezza i concetti della maternità fisica e insieme divina di Maria nonché la sua verginità, che ne fanno il simbolo della Chiesa, nello spirito vergine, per integrità e pietà, e madre nella carità.
Dei tre vangeli sinottici quello che parla più diffusamente di Maria è il Vangelo di Luca. Vi si racconta che Maria viveva a Nazaret, in Galilea e che, promessa sposa di Giuseppe, ricevette dall'arcangelo Gabriele l'annuncio che avrebbe partorito il Figlio di Dio (Lc. 1, 26-38). Ella accettò e, per la sua totale fedeltà alla missione affidatale da Dio, è considerata dai cristiani il modello per tutti i credenti. Lo stesso Vangelo secondo Luca racconta la sua pronta partenza per Ain Karem, per aiutare la cugina Elisabetta, anziana, incinta di sei mesi.
Da Elisabetta è chiamata "la madre del mio Signore". Maria le risponde proclamando il Magnificat: « Allora Maria disse: L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.» (Lc. 1, 46)
Michelangelo di Pietro Mencherini
Questo pittore fu attivo a Lucca fra il 1489 e il 1521. Michelangelo Membrini era figlio di Pietro Mencherini. Il suo stile distintivo è stato identificato all'inizio di questo secolo nel tondo del Getty Museum. Le sue opere sono caratterizzati da una finitura in metallo smaltato e uno stile lineare essenzialmente decorativo. Fu influenzato dai pittori fiorentini suoi contemporanei del primo Rinascimento fra cui si possono riconoscere Domenico Ghirlandaio e Filippino Lippi Ghirlandaio. Michelangelo di Pietro raramente raffigura dei donatori nei suoi dipinti, e rivela nel contempo la sua consapevole maturità nella ritrattistica di stile fiammingo.