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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Quattrocento: Guillebert de MetsPITTORI: Guillebert de Mets
Sant'Agostino e santa Monica
GUILLIBERT DE METS
1435-1445
New York, Pierpont Morgan Library MS M357
Sant'Agostino cardioforo e santa Monica
La miniatura viene attribuita a Guillebert de Mets o a un suo seguace e si trova in un Libro delle Ore fiammingo proveniente da Tournai. Ai piedi della miniatura si legge in scrittura gotica in francese la scritta: Heures de saint Augustin. Matinés.
La sua realizzazione risalirebbe al periodo 1435-1445. Attualmente si trova conservato a New York, alla Pierpont Morgan Library sotto la voce MS M357 al fol. 194r.
All'interno di una camera spoglia, una colonna gotica divide due spazi sono stati raffigurati, a sinistra, sant'Agostino e santa Monica, a destra. Il santo, che indossa i paramenti episcopali con il bastone pastorale nella mano destra e la mitra in testa, ha un aspetto giovanile. Il piviale, accuratamente dipinto, presenta movimenti eleganti e una tonalità azzurra alquanto gradevole. Un'aureola avvolge la mitra e simbolicamente esprime la santità del personaggio raffigurato. Sotto il piviale Agostino indossa la tunica nera dei monaci eremitani che seguono la sua regola. nella mano sinistra regge un cuore, che nel caso specifico, non è trafitto da frecce nè presenta fiamme, ma piuttosto regge una croce.
Monica gli si contrappone, anch'essa in piedi.
Il capo velato è arricchito dall'aureola dei santi, mentre fra le mani tiene un libro aperto che sta leggendo.
L'ampia tunica che indossa a tinta unica, scende armoniosamente fino a terra mimando, con la dinamica delle pieghe, un elegante movimento della santa.
Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore. Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene? AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3
Guillebert de Mets
Amanuense fiammingo del XV secolo, nacque verso il 1390-1391 e morì certamente dopo il 1436. E' conosciuto soprattutto per essere l'autore di una Descrizione di Parigi datata 1434.
Visse principalmente a Geraardsbergen, nelle Fiandre Occidentali, ed era conosciuto come il "libraio del duca Giovanni di Borgogna." Questo soprannome indicherebbe che Guillebert avrebbe servito Giovanni detto "Senza Paura" prima della sua morte nel 1419. Risiedette anche a Parigi tra il 1407 e il 1419. Viene inoltre menzionato come un messaggero per un tesoriere e collezionista di Ghent. Poco dopo il 1419 si trasferì a Grammont nella sua città di origine. Nel 1431 la rappresentò ufficialmente a Bruxelles al matrimonio di André de Toulongeon, consigliere di Filippo il Buono. Sposò la figlia di un consigliere comunale e gestì una locanda sulla Grand Place a Grammont, dove ospitò personaggi prestigiosi e dove curava il banchetto annuale dei maggiorenti cittadini. Fu eletto anche alla carica di consigliere giurato.
Il manoscritto originale della sua Descrizione di Parigi, con dedica al duca di Borgogna Filippo il Buono si trova nella Biblioteca Reale Albert I a Bruxelles nel MS. 9559-64, che contiene anche diverse altre opere, tra cui quella del poeta Christine de Pisan nota come "Epistola di Othea". La scoperta di questo manoscritto ha permesso apprezzare il suo lavoro. Il suo nome è stato talvolta scritto inizialmente erroneamente "Metz", ma in realtà egli è originario delle Fiandre.