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PITTORI: Michelozzo Michelozzi

Madonna ed i Santi Giovanni Battista e Agostino a Montepulciano

Madonna con il Bambino ed i Santi Giovanni Battista e Agostino

 

 

MICHELOZZO MICHELOZZI

1450

Montepulciano, chiesa di sant'Agostino

 

Madonna ed i Santi Giovanni Battista e Agostino

 

 

 

 

In Piazza Manin a Montepulciano dopo aver salito una breve scalinata ci si conduce dinanzi al bel portale della chiesa di Sant’Agostino che fu progettata da Michelozzo. Si tratta di un edificio prevalentemente di gusto rinascimentale che tuttavia non trascura richiami al tardo gotico fiorentino. Nel bel mezzo della facciata che è divisa da pilastri scanalati si sviluppa lo straordinario portale a festoni che raccoglie nella lunetta un rilievo in terracotta di Michelozzo rappresentante la Madonna ed i Santi Giovanni Battista e Agostino.

Agostino è stato raffigurato sulla destra e compare nelle vesti di vescovo e dottore della Chiesa con i paramenti sacri. Il viso è piuttosto emaciato, una folta barba gli copre il viso, l'espressione è quella di una una persona matura e sinceramente attratta dalla bellezza dell'evento della nascita del Bambino.

 

2. Possiamo dire, fratelli carissimi, che Giovanni era uno di quei monti di cui sta scritto: Accolgano i monti la pace per il tuo popolo, e i colli la giustizia (Sal 71, 3). I monti sono le anime elevate, i colli sono le anime infantili. Ora i monti ricevono la pace affinché i colli possano ricevere la giustizia. E qual è questa giustizia che i colli ricevono? La fede, poiché il giusto vive di fede (Rm 1, 17; Ab 2, 4). Ma le anime infantili non potrebbero ricevere la fede, se le anime più elevate, che vengono chiamate monti, non fossero illuminate dalla Sapienza stessa, così da trasmettere alle anime infantili ciò che esse sono in grado di ricevere. Dunque i colli vivono di fede perché i monti accolgono la pace. Sono stati questi monti a dire alla Chiesa: La pace sia con voi! (Gv 20, 19). E annunziando la pace alla Chiesa, i monti non si sono allontanati da colui che aveva dato loro la pace; e così il loro annuncio di pace ha potuto essere non fittizio, ma autentico ed efficace.

AGOSTINO, Commento al Vangelo di Giovanni, Omelia 1, 2

 

 

Michelozzo di Bartolomeo Michelozzi detto Michelozzo

Insieme a Masolino da Panicale e Lorenzo Ghiberti ebbe un ruolo fondamentale nella diffusione del linguaggio rinascimentale: valutò positivamente la precedente cultura gotica, ma la corresse e la riordinò secondo i nuovi principi, adottando nelle sue architetture i moduli brunelleschiani derivati dallo studio dell'antico, ma smussandone le punte estreme, metodo ripreso successivamente da Giuliano da Maiano e Giuliano da Sangallo. Le sue creazione architettoniche, in misura maggiore di quelle dell'Alberti, furono un punto di partenza per tutte le successive creazioni. Michelozzo fu allievo di Brunelleschi e di Ghiberti, architetto di Casa Medici e collaboratore di Donatello. Nel 1420, col Ghiberti, lavora a Orsanmichele ed alla Porta Nord del Battistero.

In seguito, con Donatello, esegue una nicchia esterna per Orsanmichele (1423 ca.), il sepolcro dell'Antipapa Giovanni XXIII nel Battistero e la tomba Aragazzi a Montepulciano. La sua opera maggiore (in collaborazione con Donatello) è il Pulpito esterno del Duomo di Prato (1435-38). Come architetto è noto anche per la chiesa del Bosco ai Frati del Mugello, il disegno della Cappella Portinari a S. Eustorgio a Milano, il Palazzo dei Rettori a Ragusa in Dalmazia.

Le sue capacità si rivelano appieno quando Cosimo il Vecchio gli affida il rifacimento della Chiesa e del Convento di San Marco (1436-43): qui, sotto l'influenza del Brunelleschi, realizza la sacrestia e trova nuove soluzioni formali per il Convento (corridoio delle celle) e per la biblioteca, uno degli ambienti più caratteristici dell'architettura rinascimentale.

Partecipa come capomastro alla costruzione del Duomo e lavora anche all'edificazione dell'Atrio, del Chiostro e della Cupola dell'Annunziata. Il suo linguaggio architettonico, elegante ma sobrio, riempie Firenze e divulga lo stile brunelleschiano.

Delle sue opere le più note sono il Palazzo Medici-Riccardi a Firenze (1444), la Biblioteca di S. Marco e le Ville Medicee di Cafaggiolo e Careggi. Michelozzo ristrutturò e costrui ex-novo ville e castelli medicei nel contado, adattando le residenze di campagna, fuori dalle mura cittadine, a luoghi di piacere e svago. In queste si rifece al modello del castello merlato con le parti superiori aggettanti con pianta regolare. Tra il 1427 e il 1436 circa realizzò quella del Trebbio; del 1451 è la Villa di Cafaggiolo, nei pressi di Firenze, con torri asimmetriche e portale inquadrato da una raggiera di conci in bugnato rustico; nel 1457 quella di Careggi e infine la Villa Medici a Fiesole è del 1458.