Contenuto
Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Quattrocento: Jacopo da MontagnanaPITTORI: Jacopo da Montagnana
Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
PARISATI JACOPO
1494-1497
Padova, Arcivescovado, Cappella vecchia
Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
Il dipinto murale fu realizzato probabilmente tra il 1494 - 1497. Dipinto con la tecnica dell'affresco il dipinto raffigura a mezzo busto l'immagine di sant'Agostino vescovo d'Ippona. Il tondo ha un diametro di 60 cm con una cornice floreale retaggio della cultura iconografica quattrocentesca. Agostino è proposto nella sua dignità episcopale con la mitra in testa e il bastone pastorale nella mano sinistra. Indossa il piviale, ma si vede anche la tunica nera dei monaci eremitani agostiniani che seguono la sua regola.
Con la mano destra accenna ad una benedizione del fedele che lo osserva. E' seduto davanti al suo scrittoio, dove è steso un libro aperto. Alle sue spalle si vedono altri libri accatastati e impilati. In primo piano si può osservare un calamaio appoggiato al piano dello scrittoio. Il volto del santo ha un aspetto pacato con lo sguardo rivolto lontano. Una folta barba grigia gli copre le guance conferendogli un aspetto di uomo maturo ormai avanti con gli anni.
Jacopo da Montagnana
Jacopo da Montagnana è il soprannome con cui è solitamente conosciuto Jacopo Parisati nato a Montagnana tra il 1440 e il 1443.
Ancora giovanissimo si trasferì a Padova per imparare il mestiere nella bottega di un tal Francesco Bazelieri, artista bolognese poco noto.
Vasari parla di lui nella sua celebre opera "Le vite de' più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue insino a' tempi nostri", quando afferma che Jacopo in gioventù subì l'influenza artistica di Giovanni Bellini. Si ipotizza che abbia trascorso un periodo di apprendistato proprio nella bottega del Bellini a Venezia. Dal 1461 al 1470 avrebbe collaborato con Bellini alla realizzazione di alcuni polittici. Nello stesso tempo avrebbe eseguito in proprio altri dipinti e affreschi a Venezia. Il suo più grande maestro fu tuttavia Mantegna, il cui stile lo avrebbe guidato nelle sue opere della maturità.
Dal 1469 entrò nella corporazione dei pittori padovani. Eseguì dipinti nelle chiese e nei conventi del padovano. I suoi capolavori sono gli affreschi tuttora conservati nel Santuario di Monteortone, ad Abano Terme, nella Cappella Barozzi del Museo Diocesano di Padova, nel Palazzo del Consiglio dei Nobili di Belluno, nel Duomo di Montagnana e la Deposizione nella chiesa di Santa Maria dei Servi a Padova.
A lui viene attribuita l'opera "Il lamento di Cristo", una tempera su tela che si trova nel Niedersächsisches Landesmuseum di Hannover. Oltre alle opere pittoriche, sono celebri i suoi disegni ornamentali per le vesti di papa Sisto IV, che eseguì nel 1472.
Morì a Padova nel 1499.