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Sant'Agostino nel suo studio
SCUOLA SENESE
1400-1450
Siena, Ex-Orfanotrofio di san Marco
Sant'Agostino nel suo studio
L'affresco raffigura sant'Agostino davanti a uno scrittoio intento a scrivere su un foglio con la mano sinistra. La parola che riesce a leggere è probabilmente Lumen.
Agostino indossa gli abiti episcopali con in testa la mitra. Il volto, piuttosto malandato nel suo stato conservazione, esprime una forte vigoria interiore con uno sguardo vivace e penetrante. Il riquadro è semplice nella sua struttura compositiva: il santo è seduto su una panca davanti al suo scrittoio in legno dai lineamenti geometrici semplici.
La scena è stata ripresa più volte da diversi artisti, che hanno rappresentato il santo nel suo scrittoio seduto in atto di scrivere. La scena è spesso il complemento o l'ambientazione preferita per le rappresentazioni tradizionali di Agostino vescovo e Dottore della Chiesa: sua caratteristica è proprio quella di avere scritto un gran numero di opere.
Il dipinto quattrocentesco è stato affrescato da un anonimo pittore di scuola senese. Si trova negli spazi dell'ex orfanotrofio di San Marco. In questo grande complesso sono custodite opere d'arte di gran pregio. Agli inizi degli anni 2000 una radicale ristrutturazione ha permesso di riutilizzare la Sagrestia e la Chiesa di S. Marta dove è stata ricollocata, dopo il restauro, la bellissima tela di Francesco Vanni (1563-1610) "L'incoronazione della Vergine".
La fondazione del convento risale al 1328, quando una ricca signora rimasta vedova, la contessa Emilia d'Elci, fornì le risorse e lo volle titolare a santa Marta. Fu destinato alle monache di clausura che dovevano seguire la regola agostiniana. La struttura originaria rimase praticamente inalterata fino all'inizio del Cinquecento, quando, a partire dal 1535, furono avviati importanti lavori di ristrutturazione su progetto di Anton Maria Lari detto il Tozzo, architetto allievo di Baldassarre Peruzzi.
Il convento venne soppresso nel 1810 in conseguenza dei decreti napoleonici e fu ristrutturato per ospitare un orfanotrofio che è stato chiuso nel 1980.
Nella sala ex-refettorio dell'Orfanotrofio, trasformata oggi in sala di lettura dell'Archivio Storico, è stato rinvenuto un grande affresco datato 1522 di Giacomo Pacchiarotti, che raffigura l'ultima cena.