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PITTORI: Pietro di Domenico da Montepulciano

San Marco Evangelista e sant'Agostino,San Matteo Evangelista e san Girolamo,San Giovanni Evangelista e sant'Ambrogio,San Luca Evangelista e san Gregorio

San Marco Evangelista e sant'Agostino

 

 

PIETRO DI DOMENICO DA MONTEPULCIANO

1418-1420

Osimo, Convento di S. Nicolò

 

San Marco Evangelista e sant'Agostino con gli evangelisti e i santi Dottori della Chiesa

 

 

 

L'affresco appartiene ad una composizione molto più ampia e articolata che l'autore realizzò per il Convento di S. Nicolò a Osimo.

Complessivamente Pietro di Domenico da Montepulciano affrescò gli Evangelisti e i Dottori della Chiesa e cioè san Marco Evangelista e sant'Agostino, san Matteo Evangelista e san Girolamo, san Giovanni Evangelista e sant'Ambrogio, san Luca Evangelista e san Gregorio Magno. Pietro di Domenico da Montepulciano realizzò questi affreschi fra il 1418 e il 1420 per la volta della cappella di S. Biagio. Agostino vi è stato ritratto seguendo lo schema iconografico tradizionale che lo vede nelle vesti di un vescovo, con la barba e la mitra in testa, intento a scrivere le sue opere sulle pagine di un libro appoggiato ad uno scrittoio.

L'attuale chiesa di san Nicolò fu eretta nel Seicento sui resti di una precedente chiesa, dedicata a San Biagio e costruita intorno al X secolo. Dell'originario edificio restano alcune interessanti tracce, tra cui la graziosa cripta affrescata, un portico e la cappella del Crocifisso, che prende nome da un affresco. che secondo la tradizione locale, sfregiato nel 317 da un colpo di spada, sanguinò. Nel 1536 tutto il complesso, abbandonato dai Benedettini nel 1420, divenne sede delle Clarisse, che  Cinquecento fecero edificare una nuova chiesa sulle fondazioni della precedente. La facciata è costituita da una semplice parete intonacata terminante a cuspide e ornata da due nicchie vuote. Pregevole si presenta il portale romanico in pietra d'Istria, recuperato dalla demolizione della chiesa medievale di sant'Antonio. L'interno della chiesa si presenta a pianta ellittica e conserva tre altari intarsiati di marmi pregiati. L'altare maggiore è preceduto da una sorta di atrio. introdotto da due grandi colonne. Le pareti sono scandite da otto nicchie, in ognuna delle quali è collocata una statua in gesso. Il soffitto a volta è segnato da cornici corrispondenti ai pilastri. La cosiddetta cripta di san Biagio, che risale ai secoli XI-XII, si presenta come un piccolo vano a pianta quadrata, cui si accede tra due archi a sesto acuto sostenuti da colonne con capitelli decorati. La volta, a crociera, presenta ampi costoloni decorati che la dividono in quattro sezioni. In ognuna di esse è affrescata la figura di un Evangelista affiancato da uno dei Padri della Chiesa seduto a un piccolo scrittoio. Al centro di ogni coppia un angelo reca dei cartigli sui quali sono scritti i nomi dei personaggi. Gli affreschi della volta e della parete sono stati attribuiti a Pietro di Domenico da Montepulciano, un artista marchigiano operante all'inizio del Quattrocento, in un periodo in cui si comincia a risentire del naturalismo dell'imminente arte rinascimentale. Il pittore tuttavia risente ancora l'attrattiva degli stilemi dell'arte tardo trecentesca. Alla maestria e alla morbidezza con cui vengono trattati i panneggi fa da contrappeso la prospettiva ancora arcaica degli scrittoi e la costrizione delle immagini nello spazio pittorico. Il raffinato decorativismo delle stoffe e la minuzia descrittiva dei particolari, tipica dell'arte tardogotica, si abbina alla monumentalità ancora trecentesca delle figure.

 

 

Pietro di Domenico da Montepulciano

Pittore di scuola senese, di lui si hanno notizie dal 1418 al 1422. Più che di Montepulciano toscano,probabilmente era originario di Montepulciano presso Filottrano, un omonimo paese, nelle Marche. Qui ebbe una bottega dove produsse diverse opere, di cui due firmate: una Madonna dell'Umiltà (risalente al 1420, prodotta a Napoli ed oggi conservata a New York, al Metropolitan Museum) e un polittico datato 1422 conservato a Recanati nella Pinacoteca Civica. Venne identificato da Umberto Gnoli con Pietro di Domenico da Montepulciano dopo la presentazione della tavola della Madonna dell'Umiltà al Metropolitan Museum di New York nel 1908. Conosciuto anche erroneamente come Pietro da Recanati, il pittore, d'indole lirica e di gusti raffinati, predilige le armonie cromatiche delicate e non si stanca mai di cercare effetti decorativi nelle stoffe riccamente ornate.

Per affinità stilistiche, soprattutto per l'attenzione ai modi di Gentile da Fabriano e Jacobello del Fiore, recentemente gli è stato attribuito il polittico della parrocchiale di Osimo che risale al 1418.