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PITTORI: Anonimo Padovano

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino consegna la sua regola ai frati eremitani

 

 

ANONIMO PADOVANO

1485-1490

Venezia, ex convento di Santo Stefano

 

Agostino consegna la sua regola ai frati eremitani

 

 

 

L'altorilievo, attribuito ad un anonimo scultore patavino (forse Bartolomeo Bon), si trova nella lunetta del portale d'ingresso dell'ex convento agostiniano di Santo Stefano a Venezia, oggi utilizzato come sede dall'Agenzia delle Entrate. La grande scultura raffigura Sant'Agostino fra i suoi monaci, mentre consegna loro la regola da seguire. Il rilievo è un'opera policroma gotica di scuola padovana databile al secolo XV. Nella scritta sottostante si legge AVGUSTInus DOCTor ECCLEsiae FVNDATOR ORDIniS PaTRVM HEREmitaruM, che richiama espressamente l'argomento trattato nel rilievo. Il convento era annesso alla chiesa di santo Stefano tuttora esistente. Fondata dagli eremitani nel Duecento, la chiesa venne ricostruita nel Trecento e ultimata nel 1374 con assetto e decorazioni tipiche del gotico fiorito veneziano. La splendida decorazione marmorea del portale è opera di Bartolomeo Bon (1442) e della sua bottega. La facciata dà purtroppo su una calle di passaggio che non permette di fruire per intero dell'imponenza dello splendido portale. Internamente l'edificio mantiene la tipica impostazione delle chiese trecentesche: tre ampie navate longitudinali divise da colonne con capitelli policromati; le arcate ogivali slanciano la struttura in altezza ed aumentano la magnificenza della struttura architettonica. All'interno della sagrestia sono custodite preziose opere rinascimentali, tra le quali tre grandi tele di Tintoretto (L'Ultima cena, La Lavanda dei piedi, e Orazione nell'orto), un Crocifisso di Paolo Veneziano, il Polittico di Bartolomeo Vivarini, un Battesimo di Paris Bordon, La Vergine col putto di Palma il Vecchio, e L'immacolata Concezione di Jacopo Marieschi.

Santo Stefano vanta anche un ricchissimo apparato di monumentaria rinascimentale: a destra dell'ingresso si scopre un'urna marmorea e un Busto del senatore Antonio Zorzi, di Alessandro Vittoria; poi numerose figure femminili opera della bottega dei Lombardo. In una cappella laterale è conservato inoltre la Stele funebre al Senatore Giovanni Falier (1808), opera di Antonio Canova.

Vi sono anche tracce di arte lombarda con Lo sposalizio di Santa Caterina dello pseudo Boccaccino.

 

L'episodio della consegna della regola ai frati agostiniani è un elemento diffuso nella iconografia agostiniana già a partire dai codici miniati del XIII secolo e fa seguito alla istituzione dell'Ordine agostiniano nel 1256. La consegna ha un valore altamente simbolico in quanto vuole esprimere la diretta dipendenza degli agostiniani da Agostino. L'Ordine agostiniano sarebbe, secondo questa concezione, il naturale prolungamento dell'esperienza monastica inaugurata da Agostino in Africa.

Alcuni studiosi concordano nell'attribuire a S. Agostino solo la Regula ad servos Dei; in epoca successiva questa Regula fu adattata al femminile e unita alla Lettera 211 che già conteneva indicazioni per le monache di Ippona. La Consensoria monachorum, invece, è stata attribuita ad un anonimo autore dell'ultimo periodo della letteratura visigotica in Galizia e scritta tra il 650 e il 711.

L'Ordo monasterii pur restando nella tradizione della vita agostiniana un documento di riferimento venerando, non è stato più attribuito ad Agostino già dalla critica rinascimentale.

Sulla data di stesura della Regula ad servos Dei ci sono diverse opinioni: una prima teoria indica come data probabile il 391, più o meno in coincidenza con la fondazione del primo monastero d'Ippona, il monastero dei laici; una seconda teoria indica il 400 in coincidenza con il De opere monachorum; una terza sposta la data addirittura fino al 427-428, dopo il De correptione et gratia, in coincidenza con la controversia sulla grazia sorta nel monastero di Adrumeto. La maggioranza degli studiosi, però, pensa sia stata scritta intorno al 400.