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PITTORI: Anonimo Piemontese

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

ANONIMO PIEMONTESE

1400-1449

Pianezza, Pieve di san Pietro

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

L'affresco appartiene all'orizzonte culturale e artistico del primo Quattrocento piemontese. L'autore è ignoto  ma dipinse questo affresco nella volta verso il 1400-1449. La pittura si trova nella volta della cappella di san Biagio nella navata di sinistra della chiesa e raffigura i Quattro Dottori della Chiesa e i simboli dei quattro evangelisti.

Nel caso di Agostino vediamo davanti a lui l'immagine dell'aquila simbolo dell'apostolo ed evangelista Giovanni. Il santo è seduto nel suo studio allo scrittoio intento a scrivere su fogli con una penna d'oca. Il santo mostra i suoi attributi episcopali: in testa ha la mitra ed anche il vestito ci riporta alla sua dignità episcopale. Lo studio è ambientato in un tipico ambiente tardo gotico.

 

Il primo documento che parla della Pieve di San Pietro, risale al 1159. Si tratta di un diploma di Federico Barbarossa che conferma i privilegi di Carlo, Vescovo di Torino, riconoscendogli 'curtem de Planicia cum castello et districto et plebe', contro le pretese dei Savoia. La Pieve, situata nel borgo vecchio, è il monumento più antico di Pianezza e sorge su un sito destinato al culto fin dall'antichità. Il sito è ricco di reperti romani e sorge a strapiombo sulla Dora, lungo la cui riva destra correva la strada delle Gallie e la via Francigena. La costruzione risale alla metà del XII secolo, con un'unica navata: la struttura è a capanna. Nel periodo gotico fu ampliata col rifacimento dell'abside e l'aggiunta delle navate laterali ricoperte da volte. La decorazione pittorica fu iniziata da Giacomo Jaquerio nei primi decenni del '400. La mano del maestro si esprime con solenne drammaticità nella parete di fondo dell'abside con la Crocifissione e con le figure della Vergine, di San Giovanni, della Maddalena e di altre sante. A Giacomo Jaquerio è attribuito anche il delicato San Michele Arcangelo nel sottarco della navata sud. La cappella di San Biagio è di altra mano, meno felice, con storie del Santo sulle pareti e i Dottori della Chiesa nella volta, accompagnati dai tradizionali simboli degli Evangelisti; notevoli i due monogrammi del Nome del Signore Gesù (in greco e in latino), ricordo della Compagnia omonima nata in questa chiesa. La cappella dei Provana, feudatari del luogo dal 1360, è notevole per la parete dell'altare, opera di un pittore rinascimentale. Vi sono raffigurate scene della vita di san Giovanni Battista con animali fantastici e personaggi in ricche vesti. La navata centrale conserva altri affreschi frammentari: un realistico Martirio di San Sebastiano è attribuito ad Aimone Duce. Accanto al portale un affresco cinquecentesco raffigura un santo protettore davanti ad un castello o a una città in fiamme: è San Floriano, venerato soprattutto in Alto Adige e in Austria.