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PITTORI: Pietro da Saluzzo

Sant'Ambrogio e Sant'Agostino Dottori della Chiesa di Pietro da Saluzzo

Sant'Ambrogio e Sant'Agostino Dottori della Chiesa

 

 

PIETRO DA SALUZZO

1470-1480

Valgrana, Cappella dei Santi Bernardo e Mauro

 

Sant'Ambrogio e Sant'Agostino Dottori della Chiesa

 

 

 

Nella Cappella dei Santi Bernardo e Mauro a Valgrana sono conservati nelle vele della volta alcuni splendidi affreschi di Pietro da Saluzzo che riproducono, appaiati, i Dottori della Chiesa Sant'Ambrogio e Sant'Agostino. Questi affreschi furono eseguiti nella seconda metà del Quattrocento. Anche altri dipinti presenti nella cappella (Madonna in trono tra i Santi Bernardo da Mentone e Giovanni Battista, nella volta, Evangelisti e, in facciata, sia pure lacunosa, una Annunciazione) sono attribuiti all'ultima fase dell'opera di Pietro da Saluzzo. L'insieme degli affreschi è particolarmente interessante e attraente.

La cappella a forma quadrangolare risale al XV secolo ed è coperta da una volta a crociera, che in origine era aperta sui tre lati da archi a tutto sesto. Nel corso del Seicento questi archi vennero tamponati e riaperti solo alla fine del XX secolo. Sulla facciata di questa chiesetta spicca una curiosa Annunciazione, in cui tra i personaggi della Vergine e dell'Arcangelo Gabriele appare l'Eterno. Il pittore ha immaginato una curiosa situazione per cui l'Eterno emana un fascio luminoso nel quale si scorge un piccolo uomo nudo, Gesù. Nell'abside campeggia la Madonna in trono fra San Giovanni Battista e Bernardo da Mentone, noto anche come Bernardo d'Aosta, che fondò gli ospizi del Grande e Piccolo San Bernardo. Non vi è invece traccia del secondo dedicatario Mauro, monaco benedettino.

Com'era consuetudine, Pietro da Saluzzo, affresca nelle vele gli Evangelisti in trono, accompagnati dai loro simboli apocalittici: il leone per Marco, il toro per Luca, l'angelo per Matteo e l'aquila per Giovanni. Affiancati dai Dottori della Chiesa Ambrogio, Agostino, Girolamo e Gregorio Magno, gli evangelisti sono stati colti in atteggiamenti molto umani e anticonformisti: Matteo si sfila un sandalo e succhia la penna in attesa di ispirazione, Ambrogio porta occhialini a pince-nez, Luca tempera lo stilo per poter scrivere meglio. Agostino, di fronte ad Ambrogio, gli porge un libro quasi invitandolo a prenderlo per leggerlo. Il santo ha un viso molto più giovanile di Ambrogio (in effetti era più giovane del vescovo milanese di vent'anni) ed indossa i paramenti episcopali, con la mitra in testa. Sotto il piviale il santo, secondo una consuetudine ricorrente nel secolo, porta il saio nero degli eremitani, a dimostrare la diretta discendenza dell'Ordine agostiniano da Agostino. L'intera scena si svolge in un ambiente tipicamente gotico, con alte finestre che preludono alla presenza di un ambiente sacro o di una chiesa.

Seminascosto al fondo di un cortile, cui si accede passando sotto un basso arco in pietra, si trova l'Ospizio della Trinità di Valgrana che consiste in una semplice casetta a due piani. Nel medioevo fu destinato a finalità assistenziali, ad accogliere pellegrini e malati. Sulla facciata è ancora visibile un affresco databile al 1455-1470 e attribuito ai fratelli Biasacci. La Trinità è raffigurata secondo l'iconografia orizzontale: Padre, Figlio e Spirito Santo sono visti come tre busti maschili identici che emergono dal medesimo corpo. A partire dal Seicento la Chiesa considerò rozze e irrispettose queste raffigurazioni che scomparvero così dagli edifici sacri ma non dalle Confraternite di Melle, Venasca e Valgrana.

 

 

Pietro da Saluzzo

E' conosciuto anche come Maestro del Villar. Nel corso di un restauro della cappella di San Giorgio a Villar San Costanzo in un cartiglio si scoprì la vera identità di questo artista che si era firmato Petrus de Salucis. Questo pittore lavorò principalmente tra il 1430-40 e il 1480. Di lui ricordiamo affreschi in S. Bernardo di Valgrana, in S. Sebastiano di Monterosso e nel Santuario di San Magno i dipinti nella Cappella Allemandi.