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PITTORI: Piero Pollaiolo

Incoronazione della Vergine con Agostino e santi

Incoronazione della Vergine con Agostino e santi

 

 

PIERO POLLAIOLO

1483

San Gimignano, chiesa di sant'Agostino

 

Incoronazione della Vergine con Agostino e santi

 

 

 

Questa grande opera costituisce la pala dell'altare maggiore della chiesa di sant'Agostino  San Gimignano. Il soggetto dell'opera ci raffigura l'Incoronazione della Vergine, con vari santi agostiniani, fra cui Agostino, e angeli musicanti in cielo.

Le fonti più antiche  attestano che il quadro fu commissionato da fra Domenico Strambi, detto il "dottor parigino" per i suoi e per la forte personalità all'interno dell'Ordine agostiniano. La composizione segue la tipica tradizione pittorica tosco-umbra di fine Quattrocento e ripropone una divisione gerarchica. Superiormente è raffigurata l'Incoronazione della Vergine circondata da serafini ed angeli festanti e musicanti.

Al livello inferiore sei santi in adorazione assistono all'evento straordinario. Come raccordo fra i due livelli c'è il calice del sacramento ai piedi del Cristo. Procedendo da sinistra i personaggi sono santa Fina, sanata di san Gimignano appena canonizzata nel 1481, sant'Agostino e il beato Bartolo Buonpedoni da san Gimignano (1228-1300) riconoscibile grazie alla iscrizione BARTOLUS sullo scollo della veste. Questo santo è sepolto nella stessa chiesa. Seguono infine san Gimignano patrono della città, identificato dalla scritta sulla veste (SANCTUS GEMINIANUS), san Gerolamo e san Nicola da Tolentino con il giglio in mano. L'opera è stata eseguita da Piero Pollaiolo ed è datata 1483. Come è stato proposto dallo storico dell'arte Sabatini, forse la commissione della tavola gli fu procurata dal fratello Antonio che era a San Gimignano nel febbraio 1480.

Dopo la realizzazione di quest'opera, condotta completamente da solo, l'attività del Piero ritorna nell'ambito di quella del fratello Antonio che lo portace con sé a Roma per eseguire il monumento funebre a papa Sisto IV.

Piero del Pollaiolo o Piero Benci nacque a Firenze verso il 1441-1442, fratello minore del ben più noto Antonio del Pollaiolo. La sua scarsa notorietà va forse imputata a Vasari, che nella sua biografia lo presenta con un ruolo da comprimario rispetto al fratello Antonio.

Vasari finì per assegnare ad Antonio molte delle opere pittoriche che invece erano state realizzate dal fratello minore, come ad esempio il Martirio di san Sebastiano, oggi alla National Gallery di Londra. Vasari non cita neppure questa incoronazione che è fra le opere più note di Piero.

Figli di un pollivendolo al Mercato Vecchio di Firenze, i due fratelli sono spesso stati giudicati con le idee di Vasari. Antonio il primogenito, e Piero più giovane di dieci anni furono artisti geniali e poliedrici. Antonio fu orafo, scultore, architetto ma soprattutto un grande pittore. Piero viene piuttosto considerato da Vasari un suo collaboratore, un aiuto di bottega.

La rilettura dei documenti e delle fonti ha presentato agli storici un quadro piuttosto diverso. Antonio fu certamente il più geniale dei fratelli ma dipinse abbastanza poco. Il suo genio si espresse nell'oreficeria, nel disegno e nella scultura in bronzo, in argento, in terracotta, con lo stucco e perfino con il sughero. Antonio è riconoscibile per il segno netto e incisivo, per un registro espressivo intenso e spesso drammatico. Piero, invece, è stato il vero pittore della coppia, con una evidente predilezione per la pittura fiamminga. Questo suo interesse lo si vede nella ricerca di effetti preziosi, nella formidabile imitazione di broccati, sete e gioielli, nella poetica dissolvenza di vasti paesaggi vibranti di luce. Piero morì a Roma in un periodo imprecisato sul finire del Quattrocento.