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PITTORI: Antonio di Salvi

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

ANTONIO DI SALVI

1480-1500

Bertinoro, Museo Interreligioso di Bertinoro

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Questa croce in legno decorata in argento è attribuita ad Antonio di Salvi (1450-1527). La croce misura cm. 26 in larghezza e 41 in altezza. Realizzata verso la fine del Quattrocento, l'intera lamina della croce è lavorata ad alveoli, probabilmente preparati per accogliere gli smalti. L'opera è da attribuire interamente ad Antonio di Salvi, che fu a capo di una fiorente bottega orafa a Firenze, principale punto di riferimento per la città dopo la partenza per Roma del Pollaiolo.

Sul verso della croce sono raffigurati Cristo crocifisso, la Madonna, San Giovanni, Santa Maria Maddalena e Dio Padre. Dall'altro lato trovano espressione le figure dell'Agnello mistico e dei santi Francesco d'Assisi, Gregorio Magno, Agostino e Antonio da Padova.

 

 

Antonio di Salvi Salvucci

In qualità di orafo Antonio Di Salvi (1450-1527) è stato un notevole interprete del Rinascimento fiorentino. Entrato nella bottega di Antonio del Pollaiolo, nel 1475 lo troviamo iscritto all'Arte di Por Santa Maria. Con il cugino Francesco di Giovanni aprì una bottega, dove collaborarono fino al 1490. Il suo primo importante lavoro fu la realizzazione di una formella con il Convito di Erode (1478-1480), eseguita per l'altare argenteo di San Giovanni (oggi al museo dell'Opera del Duomo).

Messosi in proprio, per vent'anni fu considerato il miglior orafo fiorentino, sebbene preferisse esprimersi nello stile tardo gotico o del primo rinascimento. Le sue opere presentano caratteristiche stilistiche, che riprendono quelle del suo maestro. Opere notevoli a lui attribuite sono il reliquiario di San Girolamo (1487) per Santa Maria del Fiore (oggi all'Opera del Duomo) e il reliquiario di Sant'Antonio Abate del 1514 (oggi al museo dell'Opera del Duomo). La sua attività è documentata nele principali chiese di Firenze e dei dintorni. Numerosissime sono le opere che gli vengono attribuite, frutto di una attività copioso, soprattutto per soddisfare la committenza di alto profilo dopo la partenza del suo maestro per Roma. Rimasto l'unico orafo in Firenze capace di realizzare oggetti preziosi, produsse notevoli opere per la Badia Fiorentina, la Basilica della Santissima Annunziata, la Basilica di San Lorenzo e Santa Maria Novella. Fuori Firenze lo troviamo attivo nella cattedrale di Santo Stefano a Prato, nella Basilica di Santa Maria all'Impruneta. Per la Certosa di Vedana realizzò nel 1497 il reliquiario a busto di San Silvestro, conservato nel museo diocesano di Feltre.