Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Quattrocento: Anonimo amanuense francese

PITTORI: Anonimo amanuense francese

Sant'Agostino vescovo e cardioforo da una miniatura francese quattrocentesca

Agostino vescovo cardioforo

 

 

ANONIMO AMANUENSE FRANCESE

1415 circa

Londra, British Library

 

Agostino vescovo cardioforo

 

 

 

 

La miniatura è opera di un anonimo autore di scuola francese. La sua realizzazione risale presumibilmente al 1415 circa e fa parte di un manoscritto apparso a Parigi noto come Breviario di Giovanni Senza Paura. Attualmente è conservato alla British Library di Londra sotto la voce Harley ms. 2897, f. 157v. La miniatura presenta un sant'Agostino vestito da vescovo seduto su una cattedra coperta da un velluto rosso.

La figura è ieratica e solenne. Da notare il cuore nella mano destra del santo, che ricorda il suo amore per Dio. Si tratta di una delle prime rappresentazioni di un soggetto che godrà di molta fortuna a partire soprattutto dal Seicento. Agostino impugna con la sinistra il bastone pastorale: sia il vestito che il bastone, la mitra e l'ambiente sono riccamente decorati con attenzione anche ai minimi particolari. La scena si svolge all'interno di una luminosa camera con due ampie vetrate gotiche.  

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3