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PITTORI: Maestro olandese

Agostino cardioforo

Agostino cardioforo

 

 

MAESTRO OLANDESE

1475-1500

Utrecht, Museum Catharijneconvent

 

Agostino cardioforo

 

 

 

L'immagine raffigurata è estrapolata da una dalmatica proveniente dai Paesi Bassi del Nord, che fu prodotta nell'ultimo quarto del Quattrocento.

La veste era probabilmente indossata da un diacono e da un suddiacono.

Il tipo di veste è subito riconoscibile per la presenza delle maniche corte. Spesso le dalmatiche presentano fronzoli e in questa dalmatica in particolare, sono presenti ventidue figure sacre. Per realizzare ciascuna figura una ricamatrice doveva lavorare una settimana intera. Ogni ricamo si trova inoltre in una nicchia ricamata in filo d'oro e di seta. La figura qui presentata descrive sant'Agostino, ben riconoscibile per avere il cuore nella mano sinistra. Non è noto chi abbia ricamato l'intera dalmatica. ogni figura misura generalmente in altezza 20.5 cm e in larghezza 8,5.

La ricamatrice ha realizzato un Agostino nelle vesti di Padre della Chiesa: è vestito come un vescovo, con una dalmatica fermata sul petto da un gancio. Sulla sua testa porta un mitra che è circondata dal nimbo dei santi. Nella mano destra tiene ben fermo il pastorale e nella mano sinistra un cuore, cui manca probabilmente la fiamma.

 

Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3