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PITTORI: Bernardino del Signoraccio

Vergine in trono con i Santi Monica, Lorenzo, Agostino, Nicolo' da Tolentino

Vergine in trono con i santi Monica, Lorenzo, Agostino e Nicolò da Tolentino

 

 

BERNARDINO DEL SIGNORACCIO

1496-1497

Pistoia, Museo Civico

 

Vergine in trono con i Santi Monica, Lorenzo, Agostino, Nicolo' da Tolentino

 

 

 

L'opera, conservata presso il Civico Museo di Pistoia, raffigura la Vergine in trono con in braccio il Bambino con ai lati i Santi Monica, Lorenzo, Agostino, Nicolò da Tolentino e viene attribuita a Bernardino del Signoraccio, come si evince dal gradino centrale dove è riportato il cartiglio con l'iscrizione dell'autografia dell'autore: "Bernardinus Antonii Pistoriensis Pinxit". Bernardino del Signoraccio fu per molti anni il pittore capostipite di un'attiva bottega pistoiese.

Il documento di commissione della tavola, voluta dal priore del locale convento degli agostiniani per l'altar maggiore della chiesa di San Lorenzo, conferma l'attribuzione e fissa la data di esecuzione fra il 1496 e il 1497. Il dipinto era ancora presente sull'altare maggiore nel 1854. ma in seguito alla soppressione del convento divenne proprietà comunale e dal 1904 è esposto al Museo Civico cittadino. I santi raffigurati, ad eccezione di Lorenzo, sono tutti strettamente legati all'Ordine agostiniano.

La composizione è stata realizzata in scala monumentale e la struttura dello spazio architettonico che fa da sfondo, concepito come una tribuna di una chiesa rinascimentale, sono l'esito di una conoscenza non occasionale della cultura artistica fiorentina da parte del pittore. Ciò fa supporre un suo soggiorno di formazione artistica nella città toscana nella bottega del Verrocchio. E, sempre a Firenze, ebbe forse modo di accostarsi alla pittura di Perugino, che nell'ultimo decennio vi era attivamente impegnato.

Bernardino del Signoraccio (Pistoia 1460-1540) figlio di Antonio diede vita a una bottega di grande interesse, fra i cui prosecutori troviamo il figlio Paolo conosciuto anche con il nome di Fra' Paolo da Pistoia. Artisticamente si forma nella bottega del padre Bernardino la cui opera risente dello stile del Perugino, stile che si ripercuote nell'attività giovanile del figlio Paolo. Nel 1503 Paolo entra nell'ordine domenicano nel convento di San Domenico a Pistoia, che aveva un'impostazione ideologica molto vicina alle idee di Savonarola. Nel 1509 Fra Paolino si trasferisce a Firenze ed entra nella bottega di San Marco, allora diretta da Fra Bartolomeo dove viene colpito dalla pittura classicheggiante del maestro. Nel 1526 trasferisce la sua bottega a Pistoia nel Convento di San Domenico. La bottega cessa di esistere con la sua morte.

 

La devozione per la Vergine fu un carattere specifico dell'ordine agostiniano. Già Agostino, nei suoi scritti, esaltò le virtù, affermando inseparabile la sua azione da quella di Cristo e proponendola come modello per tutti i credenti. Agostino si fece veicolo di precisi contenuti dottrinari che ebbero lo scopo di confutare le tesi eterodosse diffuse a quei tempi. Agostino ribadì ripetutamente e con chiarezza i concetti della maternità fisica e insieme divina di Maria nonché la sua verginità, che ne fanno il simbolo della Chiesa, nello spirito vergine, per integrità e pietà, e madre nella carità.