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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Quattrocento: Maestro di StaffoloPITTORI: Maestro di Staffolo
Madonna con Bambino in trono, San Girolamo, Sant'Agostino,
Crocifissione di Cristo, San Gregorio, Sant'Ambrogio
MAESTRO DI STAFFOLO
1425-1474
Greenville, Bob Jones University Museum and Gallery
Madonna con Bambino in trono, San Girolamo, Sant'Agostino, Crocifissione di Cristo, San Gregorio, Sant'Ambrogio
Questo trittico presenta un soggetto iconografico piuttosto diffuso nel Quattrocento. Nel pannello centrale l'anonimo maestro di Staffolo ha dipinto la Madonna in trono con il Bambino fra le braccia. Nel comparto di sinistra troviamo raffigurato san Girolamo, mentre in quello di destra il pittore ci presenta l'immagine di sant'Agostino vescovo.
Agostino è qui raffigurato come Dottore della Chiesa: nelle mani porta un libro chiuso, mentre in testa porta la mitra e con la mano sinistra regge il bastone pastorale. Il santo ha un'espressione raccolta e intensamente pensosa. Il viso è di persona anziana con una folta barba che gli copre le guance e il mento.
Nelle cimase troviamo altre tre scene: quella centrale esprime la Crocifissione di Cristo, mentre quella di destra raffigura sant'Ambrogio. La cimasa di sinistra in corrispondenza a Gerolamo presenta san Gregorio, l'ultimo dei Dottori della Chiesa. Realizzata con la tecnica della pittura su tavola, l'opera misura cm 179 in altezza e 164 in larghezza. L'autore è sconosciuto ed è stato definito dagli storici e critici d'arte con varie denominazioni come Master of the Bob Jones University Altar o Maestro di Staffolo.
La tavola fu realizzata verso la metà del Quattrocento.
Atualmente l'opera è conservata a Greenville al Bob Jones University Museum and Gallery mentre in precedenza è stato segnalato nel Sussex al Ashburnham Palace, collezione Ashburnham.
La devozione per la Vergine fu un carattere specifico dell'ordine agostiniano. Già Agostino, nei suoi scritti, esaltò le virtù, affermando inseparabile la sua azione da quella di Cristo e proponendola come modello per tutti i credenti. Agostino si fece veicolo di precisi contenuti dottrinari che ebbero lo scopo di confutare le tesi eterodosse diffuse a quei tempi. Agostino ribadì ripetutamente e con chiarezza i concetti della maternità fisica e insieme divina di Maria nonché la sua verginità, che ne fanno il simbolo della Chiesa, nello spirito vergine, per integrità e pietà, e madre nella carità.
Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.
Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.