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PITTORI: Maestro tedesco

Sant'Agostino e il mistero della Trinità

Sant'Agostino e il mistero della Trinità

 

 

MAESTRO TEDESCO

1450-1460

Località sconosciuta

 

Sant'Agostino e il mistero della Trinità

 

 

 

La scena descritta dall'anonimo artista tedesco del XV secolo ha come soggetto principale sant'Agostino. L'architettura dell'incisione tuttavia ha un respiro più ampio e coinvolge la Trinità, in alto a destra, un gruppo di fedeli in preghiera in basso a destra e una grandiosa biblioteca a sinistra.

Il santo è ritto in piedi e con la mano destra regge un cartiglio con una scritta in gotico in lingua tedesca. Con la mano sinistra regge un cuore fiammante trafitto da una freccia la cui direzione procede dalla Trinità verso di lui. Agostino indossa mitra e piviale, segni tangibili della sua dignità episcopale, ma nello stesso tempo mostra con grande evidenza la tonaca nera dei monaci eremitani agostiniani. Questo particolare è diffuso in ambito iconografico agostiniano ed ha il significato didattico di istruire il popolo o l'osservatore sull'origine dei monaci agostiniani: essi derivano direttamente da Agostino, dato che indossa la loro stessa veste.

Il santo ha un viso maturo, dai lineamenti molto marcati, quasi deformanti, con una folta barba nerastra che gli copre il mento. Alla cintola si può notare la presenza della cintura, che qui appare di colore bianco, forse per meglio distinguerla dal nero della tonaca.

A sinistra si può notare una imponente biblioteca con scaffali ricolmi dei libri che il santo ha scritto. Agostino si erge in piedi su uno scranno che funge anche da poltrona o cattedra. A destra possiamo osservare una folla numerosa di fedeli, fra cui si possono riconoscere un papa con la tiara, un cardinale, monaci, suore e singoli fedeli che sono inginocchiati in preghiera e rivolgono lo sguardo ad Agostino quasi fosse il loro mediatore e punto di riferimento nella interpretazione del messaggio cristiano e del mistero della Trinità. Alle loro spalle si innalza una bella chiesa con un campanile adorno di campane.

 

C'è un misterioso processo che avviene in Dio. Il Vangelo ci dice che Gesù di Nazareth era il Figlio di Dio. Ma che cosa significa? Che cosa vuol dire che Cristo e il Padre sono uno solo? L'interezza del messaggio cristiano sta proprio in questa unità, che si realizza sulla croce, grazie alla morte di Gesù, in quanto uomo. A questo proposito l'intelletto umano può trovare solo analogie. E il genio di Agostino ha esposto, in quindici analisi incredibilmente valide, il suo modo di approssimarsi a questo mistero dell'incarnazione di Dio e dello Spirito Santo. Di questi 15 libri possiamo qui prenderne in esame solo uno, e anch'esso solo per brevi cenni. Che cosa c'è di più misterioso dell'incarnazione di Dio?

 

Inoltre, partendo dalla creatura, opera di Dio, ho cercato, per quanto ho potuto, di condurre coloro che chiedono ragione di tali cose, a contemplare con l'intelligenza, per quanto era loro possibile, i segreti di Dio per mezzo delle cose create e ho fatto particolarmente ricorso alla creatura ragionevole e intelligente, che è stata creata ad immagine di Dio, per far loro vedere, come in uno specchio, per quanto lo possono e, se lo possono, il Dio Trinità, nella nostra memoria, intelligenza e volontà. Chiunque, con una intuizione viva, vede che queste tre potenze, in virtù di una intenzione divina, costituiscono la struttura naturale del suo spirito; percepisce quale cosa grande sia per lo spirito il poter ricordare, vedere, desiderare la natura eterna ed immutabile, la ricorda con la memoria, la contempla con l'intelligenza, l'abbraccia con l'amore, certamente vi scopre l'immagine di quella suprema Trinità. Per ricordare, vedere, amare quella suprema Trinità deve ad essa riferire tutto ciò che vive perché tale Trinità divenga oggetto del suo ricordo, della sua contemplazione e della sua compiacenza. Tuttavia ho mostrato, per quanto mi sembrava necessario, che questa immagine che è opera della stessa Trinità, che è stata deteriorata dalla sua propria colpa, si deve evitare di compararla alla Trinità come se le fosse in tutto simile, ma si deve vedere anche una grande dissomiglianza in questa tenue somiglianza.

AGOSTINO, De Trinitate, XV, 39