Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Quattrocento: Maestro veneziano

PITTORI: Maestro veneziano

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

MAESTRO VENEZIANO

1400-1499

Vertova, Museo Parrocchiale S. Maria Assunta

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

L'opera che raffigura sant'Agostino è una manifattura di origine veneziana che risale al secolo XV. Oggi è conservata a Vertova nella locale raccolta museale del Museo Parrocchiale S. Maria Assunta.

La manifattura appartiene a un Piviale e stola in velluto contro tagliato e ricamato. Lo stile esecutivo e l'impostazione artistica lo fanno risalire ad un ambito manifatturiero veneziano. Materialmente è stato prodotto con una tecnica a tessuto di seta ricamato in seta e oro filato. Le sue dimensioni sono contenute in cm 45x14.

L'immagine di Agostino richiama le sue raffigurazioni classiche in cui viene presentato come un vescovo e Dottore della Chiesa: il santo è ritto in piedi con i paramenti della sua condizione vescovile. In testa porta la mitra, mentre con la mano sinistra si appoggia al bastone pastorale. Con la mano destra regge in libro chiuso dalla copertina rossa.

La figura del santo è racchiusa entro una cornice che assume un aspetto architettonico sopra il suo capo, dando origine a  una triplice cupola a tamburo che richiama le chiese orientali.

 

Una chiesa a Vertova è registrata nell'elenco delle chiese e loro rappresentanti al sinodo bergamasco del 1304, indetto dal vescovo Giovanni da Scanzo.

Una successiva attestazione di una chiesa intitolata a Santa Maria risale al XIV secolo: un'ordinanza del 1360 di Bernabò Visconti riportava una "nota ecclesiarum", delle chiese e monasteri di Bergamo, specificandone le rendite e la tassa, e nominando di ogni beneficio il titolare. Ebbene in questo documento troviamo attestazione della chiesa di Santa Maria, nella pieve di Nembro

La parrocchia di Santa Maria, restò sempre compresa entro la pieve di Nembro. Il 12 ottobre 1575, l'arcivescovo di Milano, Carlo Borromeo, visitando la chiesa parrocchiale di Santa Maria di Vertova, vi annotava la presenza di quattro altari.

Secondo quanto si desume dal sommario delle chiese della diocesi di Bergamo, redatto nel 1667 dal cancelliere Marenzi, la chiesa parrocchiale di Vertova aveva sei altari e vi erano erette le scuole del Santissimo Sacramento, del Rosario, del Suffragio dei morti e della dottrina cristiana.

L'altare maggiore della Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, caratterizzato da una severa impronta neoclassica distante dal tradizionale stile di famiglia, fu realizzato nel 1810 dai fratelli scultori Giovanni Andrea e Giuseppe Manni di Gazzaniga.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6