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Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
ZAGO ANTONIO
1498
Cappella Maggiore, chiesa della Santissima Trinità
Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
In questo piccolo gioiello architettonico, che per storicità, per bellezza delle opere in essa contenute, e per la posizione strategica tra antiche strade romane, si conferma uno dei più importanti luoghi di interesse del Veneto, troviamo nelle vele absidali una raffigurazione dei Padri della Chiesa con i simboli degli Evangelisti e motivi decorativi a girali vegetali. Antonio Zago, di cui abbiamo notizie dal 1480 al 1507, li dipinse nell'anno 1498, come appare nella dedica di un dipinto, che recita: MCCCCLXXXXVIII I NEL TEMPO DEL VANAERABELLE OMO MIS III/E SIMON DE B ARLO DA CENEDA / ESENDO ZURADI BATISTA DEL CIN / ET BIANCHIN FADIGA FOFATA QUESTA/ OPERA DA ANTONIO ZAGO
Agostino è seduto in cattedra, che ha una forma e un aspetto monumentale. Sul piano lavoro sono disposti dei libri, di cui uno è tra le mani di Agostino che lo sta sfogliando. Il santo indossa i paramenti sacri episcopali con la mitra in testa circondata dal nimbo luminoso dei santi. Si nota comunque la presenza della tunica nera dei monaci agostiniani, che iconograficamente connotano in tal modo la loro diretta discendenza dalle esperienze monastiche di Agostino, di cui seguono la regola.
Sul tavolo si leva imperiosa l'aquila simbolo dell'evangelista Giovanni, che con gli artigli prende un libro. Ai lati del tavolo di lavoro si aprono due mobiletti, uno chiuso ed uno aperto. In quest'ultimo si possono vedere sugli scaffali libri disposti ordinatamente.
La fondazione della chiesa della Santissima Trinità risale all'VIII-IX secolo, in un periodo in cui il territorio era governato dai longobardi. La struttura che vediamo nella forma attuale è un ampliamento risalente al XV secolo. L'edificio è conosciuto anche come chiesa della Mattarella in ricordo del nome di Andrea Matarela proprietario dei terreni su cui fu costruita, che compare quale committente di uno degli affreschi o "Capella Campestris" come si legge in antichi documenti. Esternamente la chiesa ha un aspetto disadorno, con superfici in pietra prive di intonaci. Le aperture sono limitate al portale principale e ad un ingresso laterale. Sopra quest'ultima entrata si trova incisa la scritta trino et uni, che ricorda la dedicazione della chiesa. All'interno troviamo una sola navata e sono presenti un gran numero di affreschi per lo più tardo quattrocenteschi, noti come ciclo della Mattarella. Le pitture raffigurano scene tratte dall'Antico e dal Nuovo Testamento. L'affresco più antico, di cui non si conosce l'autore, risale all'inizio del XIV secolo e propone l'Ultima Cena. Vi sono poi una Madonna del Melograno di Antonello da Serravalle, del XV secolo, una coeva Crocifissione e Adorazione dei Magi di Antonio Zago, pittore di origine bergamasca, e altre pitture di Antonio Gner.
Zago Antonio
Di questo artista bergamasco sappiamo che fu attivo fra il 1480 e il 1507. Tra i suoi capolavori ricordiamo la Santissima Trinità dipinta nel 1497 a Cappella Maggiore. Anche nella Parrocchia di Praturlone, situata nel Comune di Fiume Veneto, una chiesetta dedicata a San Giacomo Apostolo costruita alla metà dell'anno 1400 contiene preziosi affreschi datati 1503, realizzati da Antonio Zago, su commissione di un certo ser Daniel fo Dedazan dito Dolcito.
Altri suoi interventi li troviamo a Sacile nell'attuale palazzo comunale che risale in parte al 1483, opera di Donato da Como che ampliò e sopraelevò una precedente "loggia" trecentesca. A questa data sono riconducibili le rifiniture pittoriche realizzate da Antonio Zago, di cui rimangono solo alcuni tratti.