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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Seicento: Maestro lombardoPITTORI: Maestro lombardo
Il mistero della Trinità: particolare della Trinità con Cristo, il Padre e lo Spirito Santo
MAESTRO LOMBARDO
1600-1650
Abbadia Lariana, chiesa di san Lorenzo
Il mistero della Trinità: Agostino e il bambino sulla spiaggia
Il quadro è stato recentemente restaurato dall'architetto Giuliano Puricelli di Varese, sotto la supervisione e direzione della Soprintendente di Brera, Ilaria Bruno, e nel 2014 è ritornato nella chiesa di san Lorenzo ad Abbadia Lariana. E' uno dei due quadri presenti in questa chiesa parrocchiale che testimoniano l'esistenza di una secolare evidenza devozionale nei confronti del santo vescovo di Ippona. L'origine di questa devozione deriva dalla presenza in loco di un insediamento dei Servi di Maria per quasi sei secoli. Questa congregazione, come tante altre, ha trovato ispirazione alla propria regola nella figura e nella spiritualità agostiniana. E' molto probabile che i committenti dell'opera siano stati i Serviti, che hanno scelto, fra l'altro, due scene molto significative nella iconografia e nella spiritualità agostiniana.
Il quadro raffigura il Mistero della Trinità che fu oggetto di insistenti indagini da parte di Agostino. La scena che il pittore ha concepito e realizzato si articola su due piani: a sinistra sono raffigurate le tre persone della Trinità nella gloria del cielo, mentre a destra ha dato una libera interpretazione di un leggendario racconto medioevale che vede protagonista sant'Agostino e un bambino che discutono della Trinità. In basso a destra un bambino, servendosi di una conchiglia, cerca di spostare l'acqua del mare in una buca ai piedi di un Agostino incuriosito dal suo gioco. La leggenda, ripresa in numerosi esempi iconografici dal Quattrocento in poi, racconta che mentre il santo stava meditando sul mistero della Trinità, al quale avrebbe poi dedicato un libro, vide un fanciullo sulla spiaggia intento a travasare l'acqua del mare dentro una buca. Agostino intervenendo gli avrebbe detto: "E' impossibile che l'acqua del mare, che tu stai travasando, possa essere contenuta in una buca piccola così piccola". E il bambino, che in realtà era un angelo, di rimando controbatté: "E come è possibile che la tua mente possa contenere e comprendere il mistero della Trinità?".
Di questa tela abbiamo qualche notizia più precisa da un articolo apparso sul bollettino parrocchiale "La Voce del Pastore" di Abbadia Lariana del mese di settembre dell'anno 1935, dove l'allora parroco don Rosaspini scriveva che la devozione, tutta agostiniana, alla Madonna della Cintura fu introdotta e diffusa in paese dai Padri Serviti. "Si può desumere chiaramente - sottolineava il parroco - da due grandi quadri che nel 1912 trovai ancora appesi nell'ampio corridoio superiore dell'ex convento e che nel 1915 feci ritoccare dal pittore Tagliaferri e trasportare nella chiesa parrocchiale".
Nel corso del restauro sono stati asportati completamente gli inserti e le ridipinture che furono aggiunte alla materia pittorica originaria. Questo paziente lavoro ha permesso di riportare alla luce una serie di particolari che erano stati occultati dal materiale che copriva tutta la superficie dipinta. Gli angeli in cielo da due sono ridiventati sette, mentre sono stati ripuliti i volti di Dio Padre e di Cristo che erano stati pesantemente ridipinti. Allo stesso modo si è proceduto con la tonaca nera di sant'Agostino. Nella scena il paesaggio in lontananza appare caratterizzato da un litorale montuoso con costruzioni che si affacciano sul mare, dove navigano alcune barche a vela. Un'alta scogliera, in primo piano sulla destra, funge da riferimento prospettico, mentre sulla sinistra gli scogli si fanno bassi.
L'asportazione delle ridipinture purtroppo ha messo a nudo due grandi lacune che interessano la porzione superiore e centrale sinistra. Le aree dipinte mancanti riguardano tuttavia soprattutto il fondo del dipinto con le nuvole su cui è disteso il corpo di Cristo e una parte, più importante, relativa a una porzione anatomica degli arti inferiori della figura".
La qualità tecnico-artistica del dipinto è di buon pregio, come alti sono i livelli espressivi, estetici ed emotivi che il dipinto trasmette allo spettatore. Agostino è stato raffigurato come un giovane frate vestito con la nera tunica degli Eremitani che tiene nella mano sinistra un libro aperto, mentre con la destra si rivolge al bambino con molta cordialità e umiltà.
La chiesa di san Lorenzo sorge sul lungolago di Abbadia Lariana a pochi passi dalle spiagge del lago. La chiesa fu edificata nel XIII secolo su commissione dell'Ordine dei Padri Serviti sui resti di una precedente Abbazia Benedettina. Originariamente la chiesa, di piccole dimensioni, era dedicata ai santi Vincenzo e Anastasio e si presentava a navata unica. Nel 1788 la chiesa divenne parrocchiale e fu intitolata a san Lorenzo. Alla fine dell'Ottocento, nel 1888, fu ampliata e completamente ristrutturata con l'aggiunta ai lati dell'edificio di due navate e l'innalzamento del soffitto. Nel 1915 le pareti interne furono affrescate dal pittore Luigi Tagliaferri (1841-1927). Al centro della volta il pittore affrescò il martirio di san Lorenzo, con gli angeli che sollevano il Santo verso il Paradiso. Nel Coro della parrocchia, ai lati dell'altare, troviamo due quadri del pittore Buzzoni raffiguranti la vita di san Lorenzo. Di grande interesse sono i due grandi quadri di soggetto "agostiniano" posti ai lati della porta d'ingresso della parrocchia. Si tratta di due tele seicentesche che esprimono la devozione per sant'Agostino coltivata dai padri Serviti. Di fianco alla chiesa è ancora visibile il chiostro della precedente Abbazia Benedettina.