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PITTORI: Maestro di Agrigento

La Madonna della Cintura fra i santi Agostino e Monica

Madonna della Cintura fra Agostino e Monica

 

 

MAESTRO DI AGRIGENTO

XVII secolo

Licata, chiesa di sant'Agostino

 

La Madonna della Cintura fra i santi Agostino e Monica

 

 

 

 

Sull'altare della parete destra della chiesa santuario di sant'Agostino a Licata si scopre una tela ad olio (cm. 235x190) dipinta da un autore ignoto, che risale certamente al secolo XVII. L'opera è stata recentemente restaurata e raffigura la "Madonna della cintura con il Bambino e i SS. Agostino e Monica", un tipico soggetto devozionale della spiritualità dell'Ordine agostiniano. Al centro la Vergine con il Bambino in braccio, offre una cintura a Monica: sulla sinistra è il Bambin Gesù a consegnare la cintura ad Agostino che vi è stato rappresentato in vesti vescovili e un viso maturo con una folta barba nera. Al suo fianco un angioletto ha in pugno le sue insegne.

La fondazione della chiesa di sant'Agostino a Licata risale al 1611. Recentemente, nel 1973, fu eretta a Santuario con il titolo dell'Addolorata. Gli agostiniani hanno mantenuto la chiesa sino al 1735. Sant'Agostino è la chiesa per antonomasia dei lavoratori del porto che si sono affidati alla protezione della Madonna Addolorata, la cui artistica immagine lignea del 700, di recente restaurata, è custodita all'interno di una nicchia posta sull'altare maggiore.

 

La festa della Madonna della Cintura viene celebrata la prima domenica dopo il 28 agosto, memoria di sant'Agostino. La devozione alla Vergine della Cintura, secondo la tradizione, è nata dal desiderio di Santa Monica di imitare Maria anche nel modo di vestire: Monica infatti avrebbe chiesto alla Madonna di farle conoscere quale era il Suo abbigliamento durante la Sua vedovanza e, soprattutto, come vestiva dopo l'ascesa al cielo di Gesù. La Vergine, accontentandola, le apparve coperta da un'ampia veste di stoffa dozzinale, dal taglio semplice e di colore molto scuro, ossia in un abito totalmente dimesso e penitenziale. La veste era stretta in vita da una rozza cintura in pelle che scendeva quasi fino a terra. Maria, slacciatasi la cintura, la porse a Monica raccomandandosi di portarla sempre e le chiese di invitare tutti coloro che desideravano il Suo particolare patrocinio ad indossarla. Fra i primi ci fu sant'Agostino e, poco per volta, la cintura divenne uno dei tratti distintivi dell'ordine degli Agostiniani e di quanti hanno regole di vita che traggono spunto da sant'Agostino. La cintura nel mondo romano ed in questo contesto in particolare, aveva un valore simbolico ed indicava un legame (non a caso giocava un ruolo importante nel matrimonio dell'età classica), in un rapporto certamente di livello impari, di sottomissione che comportava una protezione, espressa da parte della Madonna nella forma del Patrocinio. Nella coroncina da recitarsi ogni giorno da parte dei "cinturati" questo accessorio viene interpretato come l'umanità di Cristo che per amore ha sparso il Suo sangue per le Sue creature. Portare la cintura equivale ad avere di fronte a sé il volto del Redentore e deve aiutare a tenere un comportamento aderente al Vangelo, secondo la volontà del Signore. Sono frequenti le immagini in cui si ritrae la Vergine, in alto, tra santa Monica e sant'Agostino in atto di donare la propria cintura: la Madonna appare con il Bambino in braccio, elemento che manca nel racconto tradizionale e non indossa affatto un abito scuro ma è raffigurata quasi sempre con la veste rosa e azzurra: il colore penitenziale rimane solo per la cintura che offre ai fedeli anche perché il nero o il marrone sono due colori capaci di evidenziare il particolare all'interno della composizione pittorica. L'iconografia della Madonna della Cintura è simile in vari casi a quella della Vergine del Rosario e la stessa Cintura si può confondere con quello strumento di preghiera: come nel caso della Madonna di Pompei, anche la Vergine della Cintura viene sovente raffigurata fra due santi uno di sesso maschile e l'altro femminile.