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PITTORI: Maestro dell'Albertinum

Sant'Agostino vescovo e cardioforo del maestro dell'Albertinum

Agostino cardioforo

 

 

MAESTRO DELL'ALBERTINUM

XVII - XVIII secolo

Museo Albertinum, Dresda

 

Sant'Agostino vescovo e cardioforo

 

 

 

 

Questa statua che raffigura un maturo sant'Agostino è conservato al Museo Albertinum. L'autore è ignoto, ma tuttavia riprende una consolidata tradizione iconografica che vuole rappresentare di Agostino il grande amore per Dio oltre alla sua straordinaria capacità di scrivere e trattare di questioni teologiche. Il santo è stata raffigurato nelle sue vesti episcopali. in testa ha una mitra, non ha il bastone pastorale, ma nelle mani (destra) regge un libro chiuso e un cuore fiammante (sinistra) che offre all'interlocutore. Una folta barba riccioluta e un'abbondante capigliatura coprono il suo viso, dall'espressione semplice e quasi estatica.

Il Palazzo dell'Albertinum é stato costruito dal 1559 al 1563 da Melchior Trost e Paul Buchner secondo il progetto di Caspar Voigt e si tratta di una costruzione rinascimentale a quattro ale con un porticato lungo 75 metri a doppie navate e circondato da colonne. Venne trasformato da arsenale in museo e archivio, e pertanto ampliato, da Carl Adolf Canzler tra il 1884 e il 1887 e acquisisce il nome "Albertinum" dal nome del principe sassone allora regnante. Della costruzione origina rimangono solo le volte della cantina che sostengono il pian terreno con le colonne toscane e parte della facciata rustica.

I rilievi in bronzo della facciata sono stati aggiunti nel 1909 da Robert Diez. Nel 1945 andò praticamente tutto bruciato e venne ricostruito per ospitare la Gemäldegalerie Neuemeister, la Skulpturensammlung, il Münzkabinett e il Grünes Gewölbe. Dopo la terribile alluvione del 2002 il Museo Albertinum ha aperto nuovamente al pubblico la visita delle opere scultoree salvate e ora raccolte al piano terra del museo.

 

Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?

AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3