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La Vergine con i santi Agostino e Monica appare a san Nicola ammalato
ANASTASI GIOVANNI
1690-1700
Tolentino, chiostro di San Nicola
La Vergine con i santi Agostino e Monica appare a san Nicola ammalato
Il dipinto, molto lacunoso, presenta Nicola che, sfinito dai digiuni e dalle penitenze, viene invitato a cibarsi di pane e acqua dalla Vergine, che gli appare in alto assieme a sant'Agostino e Monica. La figura di Agostino è scomparsa, mentre si vede ancora il corpo di Monica vestita con la tonaca delle agostiniane. da questo episodio si sviluppò la pia devozione dei cosiddetti "panini benedetti".
La figura simbolica collegata alla scena è l'onestà, una figura femminile rappresentata con un velo che le copre gli occhi. Fin dalla antichità questo questo simbolo era sinonimo di onestà, poichè impedisce di guardarsi intorno e di lasciar vedere gli occhi, attraverso i quali possono passare i vizi. La statua regge nella sinistra un piccolo oggetto sferico, forse simbolo di perfezione.
Il blasone connesso alla scena è quello della famiglia Amadio o Ammadio. L'arma nel troncato presenta nel I° d'azzurro al solo d'oro meriggio e nel II° d'oro ai due bisanti di marrone. Alla fascia d'oro sulla partizione, segue un nastro sul capo dello scudo con la scritta CAROLUS AMADEUS, che potrebbe collegarsi con la famiglia Amadei di Matelica.
La decorazione pittorica del chiostro di san Nicola a Tolentino venne realizzata tra il 1690 e il 1703. Nelle memoria di archivio del convento si legge che “l’8 luglio 1690 furono principiate le pitture nove del claustro dal valente pittore Giovanni Anastasi da Sinigaglia et Agostino Orsoni da Bologna: il primo fa le figure, il secondo architetture e prospettive.”
Giovanni Anastasi
Questo pittore nativo di Senigallia nasce il 17 marzo 1653. Suo padre è Anastasio Anastasi e i suoi padrini appartengono alla nobiltà locale. Allievo di un pittore urbinate, Alfonso Patanazzi, ne sposa la figlia nel 1676, a 23 anni. Giovanni si trasferisce poco più tardi a Senigallia con la famiglia. Nel 1681 viene annoverato tra i confratelli della Compagnia della Croce. Le numerose committenze non riguardano solo Senigallia (salone d'onore di Palazzo Mastai, chiese di S. Antonio Abate, di S. Rocco, della Croce, incarichi del Comune), ma si estende tra Misa e Cesano (Ostra, San Costanzo, Pergola, Fossombrone) con opere di grande personalità e creatività. È presente a Tolentino con una tela e i 35 affreschi del chiostro della Basilica di S. Nicola. Per gli Albani dipinge un ciclo di sette tele per decorare l'oratorio di S. Gregorio ad Urbino. La fastosa decorazione del piano nobile di Palazzo de Vico lo porta a Macerata, dove muore il 13 marzo 1704.