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Sant'Agostino
ARCIS MARCO
1676-1700
Tolosa, Museo des Augustins
Sant'Agostino
Questa piccola statuetta alta 38 cm fu realizzata dallo scultore Marc Arcis fra il 1676 e il 1700. Come materiale utilizzò della terracotta modellata.
L'opera è attualmente conservata a Tolosa nel Museo des Augustins, un grandioso edificio che fu il monastero degli agostiniani in quella città.
Agostino è raffigurato in modo dinamico mentre con la mano destra alzata sembra rivolgersi ad un interlocutore.
Con la mano sinistra appoggia un libro aperto alla gamba sinistra.
L'ampio panneggio e la posizione contorta del busto riescono a dare una notevole plasticità al movimento del santo.
Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.
Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.
8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.
8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.
8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.
8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.
8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.
8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.
POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6
Marc Arcis
Arcis nacque nel 1652 o forse nel 1655 a Mouzens.
Allievo del pittore Antoine Rivalz si dedicò anche alla scultura probabilmente alle dipendenze del maestro Gervais Drouet.
Fra il 1674 e il 1677 realizza alcuni busti per la Sala degli uomini illustri a Tolosa, fra cui quelli di Luigi XIV, del poeta Peire Godolin, di Marco Antonio Primo e di un personaggio sconosciuto.
Si trasferisce infine a Parigi, dove rimase per dieci anni e dove continua soddisfare gli ordini per i propri clienti di Tolosa. Dal 1690 la sua attività si divide intensamente tra Parigi e Tolosa.
A Parigi ha lavorato alla decorazione interna della chiesa della Sorbona e quindi ha svolto un lavoro a Versailles. Nel 1684 è stato accolto presso l' Accademia diventando uno scultore del re. Dopo l'anno 1698 si stabilisce a Tolosa dove ha decorato numerose cappelle. Tra il 1718 e il 1739 ha diretto i lavori del coro della Basilica di Saint Sernin e si è occupato della pala dell'altare maggiore della Cattedrale di Santo Stefano.
E' morto a Tolosa nell'ottobre del 1739.