Contenuto
Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Seicento: Sollecito Arisi frate agostinianoPITTORI: Sollecito Arisi frate agostiniano
Madonna della Cintura con
Angeli musicanti e santi agostiniani
ARISI SOLLECITO frate agostiniano
1650 circa
Crema chiesa di sant'Agostino
Madonna della Cintura con Angeli musicanti e santi agostiniani
Il dipinto di fra Sollecito Arisi da Lodi si trova nella chiesa di S. Agostino a Crema. La scena è piuttosto complessa e composita con la presenza di un gran numero di personaggi: in alto si osserva una miriade di angeli che suonano vari strumenti musicali. Al centro siede in trono la Vergine Maria con in braccio il Bambin Gesù che offre la cintura ad Agostino, Monica, san Nicola da Tolentino e altri santi agostiniani. S. Nicola appare molto giovane con i capelli neri, mentre Agostino gli è di fianco con il saio nero e una folta barba rossa in atteggiamento di grande devozione. Tutt'intorno è un gran brulicare di persone e giovani che danno un senso festoso all'insieme. Arisi, monaco pittore agostiniano, fu detto da Lodi non per la nascita, quanto molto probabilmente perchè visse in questa città da religioso. Il Martani non lo annovera fra gli artisti di Lodi, pur parlando delle sue opere (B. Martani, Lodi nelle sue antichità e cose d'arte. S. Angelo Lodigiano, Rezzonico 1874). Nella chiesa di S. Agnese di Lodi già degli Agostiniani ha una bella pala grande (m. 3x5) rappresentante l'Adorazione dei Magi e firmata così: Fratris Soliciti Lauden. Augustiniani observ. Lomb. industria effectum 1596. Nella chiesa di S. Salvatore un quadro del 1651 è firmato: Solicitus Arisius August.s laude faciebat: La Visitazione.
Nella chiesa di S. Francesco una tela (m. 1.60x3.00) rappresentante Le Stimmate con questa segnatura: Solicitus Arisius Augustin. Laud.s faciebat 1601. Pittura (169x200) abbastanza bella, ma dalle tinte rientrate. Nella chiesa di S. Giovanni a Sessa dipinse una Epifania nel 1607. Nella celebre e sontuosa biblioteca degli Agostiniani di Cremona fondata dal padre Benigno degli Abiati (c. 1530 + 1605) che la vide sorgere sotto la sua direzione negli anni 1589-1592 "i chiaroscuri e i trofei che secondo il gusto del tempo decoravano le pareti e separavano i grandi affreschi, erano stati condotti da Fra Sollecito, coll'aiuto di alcuni frati, che avevano dato mano alla parte ornamentale".
I numerosi affreschi, che rappresentavano tutte le arti e le scienze e ritratti di illustri agostiniani, erano dovuti a Gio. Paolo Cavagna di Bergamo ed Orazio Lamberti di Cento, ma l'invenzione delle storie era dovuta per la navata sinistra e centrale al priore del convento p. Timoteo da Mantova, e per la navata destra a Fr. Gio Paolo da Ferrara. (Cfr. "Pitture della libreria di S. Agostino", MS. copiato da Fr. Gio. Paolo da Ferrara, dall'originale di Fr. Timoteo da Mantova, priore di S. Agostino di Cremona nel 1592-96. Questo codice cartaceo del principio del secolo XVII, di 25 carte, è ora proprietà del comune di Cremona). La famosa biblioteca ricca di pitture, di marmi e di codici preziosi nel 1817 fu rasa al suolo.
La festa della Madonna della Cintura viene celebrata la prima domenica dopo il 28 agosto, memoria di sant'Agostino. La devozione alla Vergine della Cintura, secondo la tradizione, è nata dal desiderio di Santa Monica di imitare Maria anche nel modo di vestire: Monica infatti avrebbe chiesto alla Madonna di farle conoscere quale era il Suo abbigliamento durante la Sua vedovanza e, soprattutto, come vestiva dopo l'ascesa al cielo di Gesù. La Vergine, accontentandola, le apparve coperta da un'ampia veste di stoffa dozzinale, dal taglio semplice e di colore molto scuro, ossia in un abito totalmente dimesso e penitenziale. La veste era stretta in vita da una rozza cintura in pelle che scendeva quasi fino a terra. Maria, slacciatasi la cintura, la porse a Monica raccomandandosi di portarla sempre e le chiese di invitare tutti coloro che desideravano il Suo particolare patrocinio ad indossarla. Fra i primi ci fu sant'Agostino e, poco per volta, la cintura divenne uno dei tratti distintivi dell'ordine degli Agostiniani e di quanti hanno regole di vita che traggono spunto da sant'Agostino. La cintura nel mondo romano ed in questo contesto in particolare, aveva un valore simbolico ed indicava un legame (non a caso giocava un ruolo importante nel matrimonio dell'età classica), in un rapporto certamente di livello impari, di sottomissione che comportava una protezione, espressa da parte della Madonna nella forma del Patrocinio. Nella coroncina da recitarsi ogni giorno da parte dei "cinturati" questo accessorio viene interpretato come l'umanità di Cristo che per amore ha sparso il Suo sangue per le Sue creature. Portare la cintura equivale ad avere di fronte a sé il volto del Redentore e deve aiutare a tenere un comportamento aderente al Vangelo, secondo la volontà del Signore. Sono frequenti le immagini in cui si ritrae la Vergine, in alto, tra santa Monica e sant'Agostino in atto di donare la propria cintura: la Madonna appare con il Bambino in braccio, elemento che manca nel racconto tradizionale e non indossa affatto un abito scuro ma è raffigurata quasi sempre con la veste rosa e azzurra: il colore penitenziale rimane solo per la cintura che offre ai fedeli anche perché il nero o il marrone sono due colori capaci di evidenziare il particolare all'interno della composizione pittorica. L'iconografia della Madonna della Cintura è simile in vari casi a quella della Vergine del Rosario e la stessa Cintura si può confondere con quello strumento di preghiera: come nel caso della Madonna di Pompei, anche la Vergine della Cintura viene sovente raffigurata fra due santi uno di sesso maschile e l'altro femminile.