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Agostino confuta gli eretici
MAESTRO DI AVILA
1604
Avila, cattedrale S. Salvatore, Cappella del Sacro Cuore
Agostino confuta gli eretici
La fondazione di questa cappella della cattedrale di Avila risale al 1603, quando fu eretta da Don Gómez Dávila, marchese di Velada. Suo scopo era creare uno spazio per le sepolture della famiglia. Morto prematuramente don Gòmez venne tuttavia sepolto nella cappella di San Antolín. La Cappella è uno spazio quadrato del tutto separato dal resto della cattedrale per quanto collegata con un accesso dalla seconda cappella del deambulatorio. La sua costruzione è durata per parecchi secoli, fino al XIX secolo, per il sopravvenire di problematiche strutturali. Ai fianchi dell'altare si trovano due sculture: una di San Tommaso d'Aquino (a destra) e una di S. Agostino (a sinistra). Il Tabernacolo è stato realizzato per conservare permanentemente il Santissimo Sacramento.
La statua di Agostino raffigura il santo mentre sta confutando un eretico, che giace prono ai suoi piedi arrotolandosi nel suo errore. Il santo, vestito da vescovo, è ritto in piedi mentre impugna una penna e si inchina verso l'eretico quasi a mostrargli quanto sta scrivendo sul libro che regge in mano.
Talvolta gli avveniva d'allontanarsi dal tema prescelto, ma diceva che era disposizione divina per salvare qualcuno, come avvenne in un caso in cui un manicheo fu convertito per una digressione che Agostino fece durante una predica, ed in cui dimostrò la falsità della dottrina manichea.
JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea
16. 1. A Cartagine poi alcuni manichei, di quelli che chiamano eletti ed elette, furono sorpresi da Orso, procuratore della casa imperiale, ch'era di fede cattolica, e tradotti in chiesa da lui stesso, furono interrogati dai vescovi alla presenza degli stenografi.
16. 2. Fra i vescovi c'era anche Agostino di beata memoria, che più degli altri conosceva quella nefanda setta: perciò gli riuscì di mettere in luce i loro riprovevoli errori con citazioni tratte dai libri che i manichei hanno in uso, e così li indusse a confessare le loro bestemmie. Quegli atti ufficiali misero altresì in luce, per confessione di quelle donne, cosiddette elette, le pratiche indegne e turpi che essi secondo il loro perverso costume erano soliti commettere.
16. 3. Così lo zelo dei pastori procurò incremento al gregge del Signore e lo difese in maniera adeguata contro i ladri e i predoni.
16. 4. Agostino ebbe anche una pubblica disputa nella chiesa d'Ippona con un certo Felice, del numero di quelli che i manichei chiamano eletti, alla presenza del popolo e degli stenografi che trascrivevano ciò che veniva detto. Dopo il secondo o il terzo dibattito quel manicheo, vedendo confutati la vanità e l'errore della sua setta, si convertì alla nostra fede e passò alla nostra chiesa, come risulta anche dalla lettura degli atti.
POSSIDIO, Vita Augustini 16, 1-4