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PITTORI: Gaspare Bazzano

Madonna delle Grazie con i santi Agostino e Nicola di Tolentino

Madonna delle Grazie con i santi Agostino e Nicola di Tolentino

 

 

GASPARE BAZZANO

1610-1625

Palermo, Museo Diocesano

 

Madonna delle Grazie con i santi Agostino e Nicola di Tolentino

 

 

 

La tela che raffigura la Madonna di tutte le Grazie con i Santi Agostino e Nicola di Tolentino viene attribuita a Gaspare Bazzano, detto lo Zoppo di Gangi e alla sua bottega pittorica. Conservata nel Museo diocesano di Palermo nella Sala Azzurra l'opera è un olio su tela, realizzato agli inizi del Seicento. Di modeste dimensioni (149 x 111 cm) in origine la tela era conservata nell'oratorio di Maria Santissima di tutte le Grazie e del Sabato alla Meschita.

Gaspare Bazzano (1562-1630) detto lo zoppo di Gangi nacque nell'omonimo paese ed ebbe la bottega a Palermo. Nel paese natio fu allievo di Pietro Bellia di Castrogiovanni (Enna).

Altre sue opere sono diffuse in molte chiese siciliane. Ricordiamo nell'Abbazia di san Martino alle Scale a Monreale un "San Gregorio Magno" (1605), olio su tela con iscrizione in basso a destra "Il zoppo di Gangi"; una "Adorazione dei Magi" (1609 circa); i "sette Angeli" (primi del Seicento); la "Incredulità di San Tommaso" (primo Seicento).

A Nicosia si conserva una sua grandiosa pala nella chiesa dei cappuccini.

Nella tela palermitana Agostino è inginocchiato in atteggiamento orante con lo sguardo rivolto alla Vergine che regge n grembo il bambino. Dirimpetto san Nicola, vestito da frate agostiniano, mostra tutta la sua compunzione incrociando le mani e le braccia sul petto. Agostino è vestito da vescovo e ne porta tutti gli attributi tipici della dignità episcopale. Il santo ha un viso giovanile nonostante la folta barba nerastra che gli avvolge il viso.

Nicola da Tolentino nacque nel 1245 a Sant'Angelo in Pontano un paesino nelle vicinanze di Fermo. I suoi genitori, forse Compagnono de Guarutti e Amata de Guidiani, erano gente pia e profondamente religiosa. La leggenda della sua vita rappresentata da un ignoto pittore giottesco detto Maestro della Cappella di San Nicola, narra come i suoi genitori, ormai anziani, si fossero recati a Bari su consiglio di un angelo in pellegrinaggio alla tomba di san Nicola di Mira, per avere la grazia di un figlio.

Ritornati a Sant'Angelo concepirono finalmente il figlio desiderato e, contenti di aver ricevuto la grazia richiesta, lo chiamarono Nicola. Il giovane Nicola entrò nell'Ordine degli Eremitani di sant'Agostino. Si distinse a tal punto nei suoi studi che, prima che essi fossero compiuti, fu eletto canonico della chiesa di san Salvatore. Ascoltando una predica di un eremitano agostiniano sulla frase latina Nolite diligere mundum, nec ea quae sunt in mundo, quia mundus transit et concupiscenzia ejus ("non amate il mondo, né le cose che sono del mondo, perché il mondo passa e passa la sua concupiscenza"), si sentì chiamare alla vita religiosa.

Implorò allora l'agostiniano di ammetterlo nel proprio Ordine, e i suoi genitori acconsentirono con gioia. Così a 14 anni, è l'epoca dello scontro tra re Manfredi, figlio di Federico II, e papa Alessandro IV per i territori pontifici, entra fra gli Eremitani di Sant'Agostino di Castel Sant'Angelo, suo luogo natale, come oblato, cioè ancora senza obblighi e voti.