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PITTORI: Giovan Battista Bedeschini

Sant'Agostino predica, tela di Giovan Battista Bedeschini

Sant'Agostino predica

 

 

BEDESCHINI GIOVANNI BATTISTA

1620-1630

L'Aquila, chiesa di sant'Agostino

 

Sant'Agostino predica al popolo

 

 

 

L'autore della tela è Giovanni Battista Bedeschini, un pittore di cui abbiamo notizie tra la fine del Cinquecento e l'avvio del Seicento. Il dipinto si presenta in tonalità piuttosto scure, appena rischiarato a destra da una zona di cielo e dalla figura del Santo, al centro, con luminosa veste bianca e ricco piviale nero con fodera rosa, in atto di predicare. Uno storpio e un cieco gli sono a fianco, mentre intorno troviamo altri personaggi variamente atteggiati. La tela rettangolare sta all'interno di una cornice centinata in stucco dorato.

La tela si trova a L'Aquila, nella chiesa di S. Agostino. Giovan Battista Bedeschini, al quale è da attribuirsi questo dipinto di S. Agostino lavorò pure nella Basilica di san Bernardino, sempre all'Aquila, eseguendo la tela raffigurante l'Ecce Homo.

Bedeschini appartenne a una vera e propria dinastia di artisti aquilani composta dal fratello Giulio Cesare, dal nipote Francesco, incisore e architetto, e da Carlantonio figlio di Francesco.

Giovanni Battista sarebbe giunto in Abruzzo dal Piemonte con il fratello di Giulio Cesare al seguito di Margherita d'Austria, forse al tempo della seconda venuta in Italia (1583): fu prete e si occupò oltre che di pittura anche di musica. Allievo, secondo il Rivera, del Cigoli assieme a Giulio Cesare, rimase in ogni modo in posizione di inferiorità rispetto al fratello, limitando probabilmente la sua attività a una stretta collaborazione con lui: ne sembra prova il fatto che per un nutrito gruppo di dipinti aquilani, alcuni oggi dispersi e altri generalmente assai mediocri, gli storici locali che li menzionano sono incerti se assegnarli all'uno o all'altro pittore. Comunque, allo stato attuale delle conoscenze, non è possibile individuare nessuna opera a lui attribuibile con certezza.

 

Siccome Valerio vescovo, era poco istruito nelle lettere latine, gli permise di predicare in sua presenza, cosa inusitata nella chiesa orientale, e molti ne biasimavano il vescovo; ma egli non ne faceva caso, perchè era contento che un altro facesse quello che lui non poteva fare.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea

 

Siccome Valerio vescovo, era poco istruito nelle lettere latine, gli permise di predicare in sua presenza, cosa inusitata nella chiesa orientale, e molti ne biasimavano il vescovo; ma egli non ne faceva caso, perché era contento che un altro facesse quello che lui non poteva fare.

JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea