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PITTORI: Bernabei Pier Antonio

Madonna con Gesù Bambino, Agostino e Santi

Madonna con Gesù Bambino, Agostino e Santi

 

 

BERNABEI PIER ANTONIO

1621

Parma, chiesa del Santo Sepolcro

 

Madonna con Gesù Bambino, Agostino e Santi

 

 

 

La tela dipinta nelle misure di m 2,88x1,92 fu realizzata da Pier Antonio Bernabei nel 1621 per chiesa parmense del Santo Sepolcro. Il soggetto raffigura la Vergine con Gesù Bambino fra le braccia, attorniata dai santi Francesco d'Assisi e Pietro alla sua destra e san Paolo con sant'Agostino alla sua sinistra.

Il Bernabei imitò il Correggio e talora anche il Parmigianino, e, quantunque non si sia sempre liberato da una certa grossolanità e pesantezza, va certamente considerato come uno dei migliori pittori emiliani del Seicento.

Agostino, dal volto e dall'espressione austera, con una folta barba nera che gli copre il mento, è inginocchiato e tiene fra le mani un libro aperto.

Con la mano sinistra la Vergine gli indica un passo da considerare o da leggere. Alle sue spalle un vegliardo san Paolo gli mette la mano sinistra sulla spalla in segno di accompagnamento. Con la mano destra Paolo impugna una spada, suo tipico simbolo iconografico.

Agostino indossa i paramenti episcopali e in segno di umiltà ha deposto la mitra dal capo, deponendola per terra ai suoi piedi.

 

La devozione per la Vergine fu un carattere specifico dell'ordine agostiniano. Già Agostino, nei suoi scritti, esaltò le virtù, affermando inseparabile la sua azione da quella di Cristo e proponendola come modello per tutti i credenti. Agostino si fece veicolo di precisi contenuti dottrinari che ebbero lo scopo di confutare le tesi eterodosse diffuse a quei tempi. Agostino ribadì ripetutamente e con chiarezza i concetti della maternità fisica e insieme divina di Maria nonché la sua verginità, che ne fanno il simbolo della Chiesa, nello spirito vergine, per integrità e pietà, e madre nella carità.

Dei tre vangeli sinottici quello che parla più diffusamente di Maria è il Vangelo di Luca. Vi si racconta che Maria viveva a Nazaret, in Galilea e che, promessa sposa di Giuseppe, ricevette dall'arcangelo Gabriele l'annuncio che avrebbe partorito il Figlio di Dio (Lc. 1, 26-38). Ella accettò e, per la sua totale fedeltà alla missione affidatale da Dio, è considerata dai cristiani il modello per tutti i credenti. Lo stesso Vangelo secondo Luca racconta la sua pronta partenza per Ain Karem, per aiutare la cugina Elisabetta, anziana, incinta di sei mesi.

Da Elisabetta è chiamata "la madre del mio Signore". Maria le risponde proclamando il Magnificat: « Allora Maria disse: L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.» (Lc. 1, 46)

 

 

Bernabei Pier Antonio

Nasce a Parma, ma, trascorre il periodo giovanile a Bologna, dove frequenta l'orizzonte culturale dei Carracci. Nel 1595, anno della morte del padre Giacomo Antonio ritorna a Parma dove ritrova il fratello Alessandro con cui collaborerà in ambito artistico. I suoi primi lavori documentati risalgono al 1602, quando dipinge alcuni affreschi per la chiesa parrocchiale di San Martino ad Arola. Nel 1610 affrescò la cupola della chiesa di San Martino di Traversetolo, con la raffigurazione dell'Assunzione della Beata Vergine. Nel 1620 firmò nella chiesa delle cappuccine nuove, detta in antico Madonna degli Angeli, gli affreschi con Profeti e sibille sulle colonne e i Putti con medaglioni sotto l'innesto della cupola. La sua opera più importante è senz'altro l'affresco con la raffigurazione del Paradiso nella cupola della chiesa di Santa Maria del Quartiere (1626-1629). Bernabei realizzò numerose pale d'altare per le chiese di Parma.