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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Seicento: Bartolomeo BiscainoPITTORI: Bartolomeo Biscaino
Estasi di sant'Agostino
BISCAINO BARTOLOMEO
1650-1657
Parigi, Museo del Louvre, Fondo Disegni
Estasi di sant'Agostino
Questa discreta incisione di Martolomeo Biscaino si trova conservata nel Fondo dei Disegni e delle miniature di piccolo formato al Museo del Louvre. Il pittore, che appartenne alla scuola pittorica piemontese e genovese, ci presenta in questa occasione una scena abbastanza fortunata nella iconografia agostiniana che presenta il santo vescovo di Ippona in estasi ai piedi della Vergine e del Bambino Gesù, immerso in un nugolo di angioletti che stanno pregando.
La scena è stata ripresa più volte da diversi artisti, che hanno rappresentato il santo nel suo scrittoio seduto in atto di scrivere. La scena è spesso il complemento o l'ambientazione preferita per le rappresentazione tradizionali di Agostino vescovo e Dottore della Chiesa: sua caratteristica è proprio quella di avere scritto un gran numero di opere. La scena tuttavia qualche volta viene scambiata dagli artisti con quella del sogno di san Gerolamo, che si svolge anch'essa nello studiolo del santo mentre è intento a scrivere.
D. Augustinus in intentissimo Dei amore positus ter a Domino interrogatur: 'Augustine amas me ? ' Cum ille: ita amo Te, ut si ego Deus forem, vellem ego fieri. Il dialogo è tratto da Giovanni XXI e ricorda l'interrogatorio di Pietro.
Si legge anche che un uomo di molta pietà in un'estasi vide tutti i santi, ma per quanto cercasse, non riusciva a vedervi S. Agostino. Ne domandò la ragione ed il santo cui si era rivolto gli disse: - Agostino è nel più alto dei cieli e contempla la Santissima Trinità.
JACOPO DA VARAGINE, Legenda Aurea, 9
Biscaino Bartolomeo
Nasce a Genova nel 1629, probabilmente nel quartiere della chiesa di santa Maria Maddalena. Fu suo padre Giovanni Andrea Biscaino a dargli i primi rudimenti nell'arte pittorica, specialmente in ambito paesaggistico e storico. Bartolomeo proseguì la sua preparazione nella bottega di Valerio Castello poco più che decenne verso il 1640 o poco oltre. grazie ai suoi contatti con Domenico Fiasella. Raffaele Soprani - nobile genovese seicentesco accurato conoscitore di molti artisti liguri - afferma nei suoi scritti che Bartolomeo Biscaino amava esercitarsi riproducendo opere di Guido Reni e Giulio Romano che si trovavano rispettivamente nelle chiese del Gesù e di santo Stefano a Genova. Grazie a Valerio Castello, che in quegli anni aveva compiuto un viaggio di formazione a Milano e Parma, probabilmente Bartolomeo conobbe le nuove tendenze pittoriche che venivano proposte da pittori quali Camillo Procaccini, Correggio e il Parmigianino. La frequentazione della bottega di Castello non impedì a Bartolomeo di maturare una sua personale interpretazione della pittura, dedicandosi particolarmente all'incisione piuttosto che all'affresco come aveva fatto Castello. In tal senso egli seguì forse la via tracciata dal noto pittore Grechetto. Maturò altresì altre evidenti differenze grafiche e di stile rispetto al maestro che hanno indotto i critici dell'arte a separare nettamente le sue opere pittoriche dal maestro. Bartolomeo Biscaino morirà a Genova nel 1657 a soli 28 anni nel corso della drammatica epidemia di peste che aveva colpito la città e l'intera Liguria.