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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Seicento: Bonati GiovanniPITTORI: Bonati Giovanni
La Vergine e sant'Agostino appaiono a san Nicola ammalato
GIOVANNI BONATI
1675
San Gregorio da Sassola, chiesa di Santa Maria Nuova
La Vergine e sant'Agostino appaiono a san Nicola ammalato
Questa tela di Giovanni Bonati, detto Giovannino del Pio, raffigura la Madonna con il braccio il Bambino, che assieme ad Agostino, appare a Nicola da Tolentino infermo. L'opera si inserisce nel filone iconografico nicoliano del miracolo dei panini che il santo ricevette dalla Vergine e che gli permisero di guarire da una grave malattia. Nicola è seduto sul proprio umile giaciglio formato da una semplice stuoia intrecciata e, volgendo lo sguardo verso l'alto in direzione della Vergine, con la mano destra indica un pane che è deposto su un ripiano accanto a lui.
In alto a destra Agostino, indicando Nicola con la mano sinistra, rivolge lo sguardo a Monica, il cui volto esprime una preoccupata attenzione materna. Con la mano destra Agostino tiene aperto un grande libro che sta leggendo. Il santo porta in testa la mitra episcopale e sotto il piviale si intravede chiaramente il saio nero dei monaci eremitani che seguivano la sua regola.
Giuseppe Bonati
Nasce nel 1635 e lo troviamo attivo a Roma e Ferrara. Pittore idel periodo barocco, è anche conosciuto come Giovannino del Pio o Giovanni Bonatti. Da giovane ha frequentato come allievo la bottega di Francesco Costanzo Cattaneo e Leonello Bononi. Grazie al patronato del cardinale Carlo Pio di Savoia, nel 1658 fu inviato a Bologna per migliorare la sua arte studiando con il Guercino. Nel 1662 si reca a Roma per lavorare nello studio di Pier Francesco Mola e dove tenta di creare una bottega per rivaleggiare con Carlo Maratta. Insieme ai suoi mecenati, Bonati viaggiò per l'Italia, toccando anche Venezia, e ritornò a Roma solo nel 1665. Nella città papalina lavorò in molte chiese, tra cui Santa Croce in Gerusalemme e Santa Maria in Vallicella. Nel Museo Capitolino sono conservati i suoi dipinti di Rinaldo e Armida, Sisera e Jael. Tra le sue opere ricordiamo anche un ritratta della regina Cristina di Svezia. Morì a Roma nel 1681.