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PITTORI: Ippolito Borghese

Madonna in trono con il Bambino tra i santi Agostino e Nicola

Madonna in trono con il Bambino tra i santi Agostino e Nicola

 

 

BORGHESE IPPOLITO

1621

Castellammare di Stabia, chiesa santa Maria dell'Orto

 

Madonna in trono con il Bambino tra i santi Agostino e Nicola

 

 

 

Nel presbiterio, sulla parete, al di sopra dell'altare policromo, si trova questo dipinto di Ippolito Borghese (1572-1645), realizzato nel 1621. Commissionata dagli stessi ortolani e restaurata agli inizi degli anni 2000, la pala raffigura la Madonna con due santi agostiniani. La Vergine venne incoronata, così come il Bambino, nel 1892 dal vescovo Vincenzo Maria Sarnelli.

L'opera raffigura La Vergine con il Bambino assisa su un trono di nuvole circondata da sei angeli musicanti con i loro strumenti. Al piano inferiore sono presenti sant'Agostino, a sinistra, e san Nicola da Tolentino, a destra. Quest'ultimo è stato raffigurato con i suoi tipici attributi iconografici che sono il giglio nella mano destra e il sole raggiato sul petto, il cui colore giallo risalta sull'abito nero dei monaci agostiniani.

La vergine è seduta tra le nuvole con il braccio il Figlio che regge il globo terrestre, mentre un coro di musici intona sinfonie celesti. Nella sezione inferiore del dipinto un cartiglio fornisce informazioni sulla committenza del dipinto, mentre in secondo piano compare un Cristo campagnolo che in una scena bucolica guarda gli ortolani del luogo lavorare nei campi.

La pala, come tutta la produzione religiosa di Borghese, si fonda sulla staticità dei personaggi che presentano fisionomie edulcorate. L'impianto luministico è fortemente tendente al chiaroscuro. Il gruppo di angioletti alle prese con arpe e violini lo si incontra spesso nelle sue tele. Angioletti, con gli stessi modelli, si trovano nell'opera di uno dei maggiori naturalisti napoletani della prima generazione. Si tratta di Paolo Finoglio, di cui Borghese fu discepolo e poi collaboratore e da cui eredita i legami con il tardo manierismo.

La figura di Agostino è ritta in piedi a sinistra nelle sue vesti episcopali. Sotto il piviale si nota il saio nero dei monaci che si richiamano ala sua regola. In testa porta la mitra e nella mano destra regge il bastone pastorale assieme a un libro. Con la mano sinistra indica la presenza in lontananza dei contadini al lavoro. L'opera restaurata ha riportato maggiormente alla luce l'orizzonte prospettico centrale nel livello inferiore, dove si muovono al lavoro i contadini ortolani. Nel fondo è possibile riconoscere l'antica chiesa degli ortolani e la fontana che si trovava sul sagrato.

 

Fuori le mura di Castellammare di Stabia, nei pressi della porta del Quartuccio, proprio dove iniziava la zona agricola, nel medioevo sorgeva una piccola chiesa dedicata a Sant'Antonio Abate. Costruita dalla famiglia De Majo, nel 1580 fu donata alla congregazione degli Ortolani che la intitolarono a Santa Maria dell'Orto. Dal 1620 fu officiata dai frati agostiniani, che la ressero fino alla soppressione degli ordini religiosi nel 1799.

 

Ippolito Borghese

Ippolito Borghese nacque a Sigillo nel 1572. Seguace in un primo momento della scuola raffaellesca, si trasferisce a Napoli dove incomincia produrre quadri. La sua prima opera conosciuta è del 1601 e raffigura la Vergine del Purgatorio per il santuario di Santa Maria la Grotta a Carpignano Salentino. La sua opera principale di questo periodo è la Vergine Assunta del 1603 che oggi è custodita al Monte di Pietà a Napoli. Se in queste due tele si nota fortemente l'influsso di Francesco Curia, negli anni seguenti cambia il suo stile avvicinandosi a quello manierista e marginalmente a quello caravaggesco. Ritornò in Umbria verso il 1617, quando realizza l'Annunciazione nella chiesa di Sant'Agostino a Sigillo ed è ancora operativo nel 1620, quando esegue alcuni lavori per la cattedrale di San Lorenzo a Perugia. Dal 1621 lo ritroviamo nel napoletano dove muore verso il 1645.