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Madonna in trono con Bambino e i santi Giovanni Evangelista e Agostino
SCUOLA LOMBARDA
1620-1650
Bosco Valtravaglia, chiesa dell'Annunciazione
Madonna in trono con Bambino e i Santi Giovanni Evangelista e Agostino
L'opera costituisce una discreta copia seicentesca della "Madonna in trono con Bambino e i Santi Giovanni Evangelista e Agostino", la pala che venne eseguita dal Perugino nel 1494 e che oggi si trova nella chiesa di sant'Agostino a Cremona.
La pala originaria venne commissionata al Perugino nel 1493 da Eliseo Roncadelli, che era stato capitano di Galeazzo Maria Sforza, probabilmente per l'altare di famiglia. Un anno dopo, nel 1494, la tavola veniva consegnata al committente che la collocò nella chiesa cremonese di sant'Agostino.
Nel corso del restauro della copia di Bosco Valtravaglia si è scoperto che la tela era stata danneggiata da una forte fonte di calore che aveva irrimediabilmente annerito l'abito della Madonna. Per tale motivo si era deteriorato il colore e il panneggio nella parte inferiore del dipinto. Vale la pena di rimarcare come in questa tela la buona tecnica dell'anonimo autore ha saputo mantenere in tutti i particolari dei personaggi e dell'architettura del porticato che li circonda la stessa elegante esecuzione del Perugino.
Agostino, ritto in piedi a destra, pur presentando gli attributi episcopali, quali il bastone pastorale e la mitra, è vestito da monaco agostiniano con la caratteristica tunica neri dei frati agostiniani. Con la mano sinistra indica allo spettatore in quale direzione guardare. Il suo volto, autorevole nell'espressione, mostra una persona matura in età e con la solita caratteristica barba grigiastra che gli copre il mento.
La devozione per la Vergine fu un carattere specifico dell'ordine agostiniano. Già Agostino, nei suoi scritti, esaltò le virtù, affermando inseparabile la sua azione da quella di Cristo e proponendola come modello per tutti i credenti. Agostino si fece veicolo di precisi contenuti dottrinari che ebbero lo scopo di confutare le tesi eterodosse diffuse a quei tempi. Agostino ribadì ripetutamente e con chiarezza i concetti della maternità fisica e insieme divina di Maria nonché la sua verginità, che ne fanno il simbolo della Chiesa, nello spirito vergine, per integrità e pietà, e madre nella carità.
Dei tre vangeli sinottici quello che parla più diffusamente di Maria è il Vangelo di Luca. Vi si racconta che Maria viveva a Nazaret, in Galilea e che, promessa sposa di Giuseppe, ricevette dall'arcangelo Gabriele l'annuncio che avrebbe partorito il Figlio di Dio (Lc. 1, 26-38). Ella accettò e, per la sua totale fedeltà alla missione affidatale da Dio, è considerata dai cristiani il modello per tutti i credenti. Lo stesso Vangelo secondo Luca racconta la sua pronta partenza per Ain Karem, per aiutare la cugina Elisabetta, anziana, incinta di sei mesi.
Da Elisabetta è chiamata "la madre del mio Signore". Maria le risponde proclamando il Magnificat: « Allora Maria disse: L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.» (Lc. 1, 46)