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La Vergine in trono con i santi Agostino e Francesco
BOSCOLI ANDREA
1600-1605
Roma, Istituto Nazionale della Grafica
La Vergine in trono con i santi Agostino e Francesco
Il disegno di Andrea Boscoli raffigura la Vergine incoronata in trono con in braccio il Bambino mentre si rivolge ai santi Agostino e Francesco che sono in ginocchio ai suoi piedi.
L'opera è stata realizzata su carta color avana con una penna ad inchiostro acquerellato bruno con qualche traccia di matita.
Il disegno misura cm 23x16 circa. Agostino è stato raffigurato a sinistra in vesti episcopali con in testa la mitra e nella mano destra un bastone pastorale un libro. Il suo sguardo è devotamente rivolto alla Vergine mentre pone devotamente la mano sinistra sul petto.
Andrea Boscoli
Nasce a Firenze verso il 1560. Assieme a Gregorio Pagani e Agostino Ciampelli diventa allievo di Santi di Tito, e secondo Filippo Baldinucci nell'anno 1575: «diventò molto pratico imitatore della maniera del maestro talmente che forse qualche opera di questo sarebbe stata cambiata con quelle di lui». Come ricorda lo stesso Baldinucci nel 1582 «A Carlo Davanzati fece due disegni in tondo per intagliarsi in sottocoppa d'argento, ove figurò favole di Sileno e Bacco che furono stimati bellissimi.»
Nel 1583 Boscoli si iscrive all'Accademia del Disegno di Firenze. Poco più che ventenne compie un viaggio di studio a Roma, come testimoniano disegni a penna e acquerello di statue antiche, rilievi dell'antichità e di fregi di Polidoro da Caravaggio. Nel 1587 affresca nel piccolo chiostro di San Pier Maggiore di Firenze un Martirio di san Bartolomeo. Lavora quindi alla Villa di Corliano ai Bagni di Pisa e nella chiesa di San Matteo, dove l'evidente vivacità dei colori e la sobrietà del soggetto religioso lasciano trasparire l'influenza di Santi di Tito, degli Zuccari e di Federico Barrocci.
Alcuni suoi disegni ottenuti da opere del Correggio, del Gambara, di Tiziano e del Muziano, testimoniano i suoi viaggi a Parma, a Genova, a Venezia e a Reggio Emilia. Nel 1597 l'artista fiorentino esegue una serie di disegni sul tema della Passione di Cristo, che sono poi incisi da Pietro de Jode e dati alle stampe dal tipografo senese Matteo Florimi.
Dal 1600 avvia una nuova fase caratterizzata da un'intensa attività in qualità di pittore di affreschi e di pale d'altare nelle Marche, dove però viene accusato di spionaggio e imprigionato sia pure per poco tempo. E' nel monastero di San Luca a Fabriano che produce i suoi capolavori, un'Annunciazione, una Madonna e santi e una Natività.
Ritorna al Firenze nel 1606 dove muore nel 1607.
I suoi biografi lo descrivono con una personalità sorprendentemente bizzarra, dallo stile di vita regolare, appassionato di astrologia, musica e poesia.