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PITTORI: Maestro di Brou

Estasi di Ostia

Estasi di Ostia

 

 

MAESTRO DI BROU

1600-1640

Bourg-en-Bresse, Monastero di Brou

 

Estasi di Ostia

 

 

 

Il quadro è posto a destra all'entrata dello Jubé, che separa il coro dalla navata della chiesa e sostiene un corridoio che collega la cappella della principessa Margherita di Borbone ai suoi appartamenti.

All'estremità inferiore si legge la scritta AVGVSTINVS ET MONICA COLLOQVEBANTVR SOLI VALDE DULCITER DE VITA AETERNA SANCTORUM.

La frase latina ricorda l'episodio dell'estasi di Ostia narrata nel nono libro delle confessioni. La scena viene trattata in questa occasione con modalità del tutto originali rispetto all'iconografia classica. Agostino e Monica non si trovano in una camera aperta con la vista sul mare, ma sono l'uno di fronte all'altro in una stanza che è lo studio di Agostino. Il santo infatti è seduto davanti ad un tavolo dove sono deposti libri e fogli su cui sta scrivendo. Poco discosta è stata deposta la mitra che rappresenta la sua dignità episcopale. Agostino tuttavia non indossa il piviale ma il semplice abito nero monacale dei frati agostiniani che seguono la sua regola. La sua mano sinistra è appoggiata al tavolo mentre braccio e mano destra sono leggermente alzati e rivelano l'intenzione di scrivere con la penna che dinamicamente è a mezz'aria sopra un foglio. Lo sguardo di Agostino è rivolto verso la madre che gli sta ritta in piedi proprio davanti con le mani giunte in preghiera. Il volto di Agostino, dalla folta barba, ci rivela un uomo ormai maturo con lo sguardo sospeso, quasi stesse attendendo il discorso di Monica.

Sua madre Monica ha uno sguardo estatico che sembra volgere verso  e uno spazio, che non sono della terra. Ha le mani giunte, quasi fosse in un atteggiamento di implorazione.

Sia Agostino che Monica indossano l'abito nero proprio dei monaci che seguono la regola agostiniana e che hanno sempre ritenuto i due santi come fondatori e patroni dell'Ordine.

 

Il monastero reale di Brou fu edificato agli albori del Rinascimento per desiderio di Margherita d'Austria (1480-1530), figlia dell'imperatore, duchessa di Savoia e reggente dei Paesi Bassi. La chiesa venne fatta edificare nel ricordo del defunto marito Filiberto di Savoia il Bello. Al suo interno sono conservate eleganti tombe scolpite in marmo e alabastro. L'unità della costruzione, la profusione dei decori, le vetrate e la copertura a tegole verniciate policrome fanno di quest'opera un capolavoro del gotico fiammeggiante. I tre chiostri su due livelli sono una testimonianza della maestria dei costruttori e dell'importanza della vita monastica.

Gli agostiniani furono chiamati a reggere il monastero di Brou nel 1513 e iniziarono lo stesso anno la costruzione della chiesa. L'edificio è un capolavoro del gotico fiammeggiante brabantino realizzato da Loys van Boghem, un capomastro di Bruxelles, su incarico di Margherita d'Austra, vedova di Filiberto di Savoia il Bello.

A destra si apre la cappella dell'abate Antoine de Montecuto confessore e cappellano della principessa, raffigurato nella vetrata dei Pellegrini di Emmaus.

La navata, coperta da una volta ogivale, è affiancata da altre navate e cappelle laterali. La sua struttura è particolarmente sobria con mura spoglie, pilastri possenti e vetri incolori, che contrastano con la ricchezza esuberante del coro. Di vaste proporzioni, il coro presenta una decorazione lussureggiante e un ricco mobilio. Il pavimento originale era in maiolica policroma, di cui restano delle vestigia ai piedi delle tombe.