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PITTORI: Maestro di Calascio

San Domenico di Guzman con i santi Agostino, Apollonia e Nicola

San Domenico di Guzman con i santi Agostino, Apollonia e Nicola

 

 

MAESTRO DI CALASCIO

1650-1680

Calascio, chiesa di S. Maria delle Grazie

 

San Domenico di Guzman con i santi Agostino, Apollonia e Nicola

 

 

 

Il quadro raffigura al centro an Domenico di Guzman, attorniato dai santi Apollonia, Nicola di Bari, Agostino e un vescovo.

San Domenico di Guzman si presenta con le mani giunte che reggono un rosario, mentre volge lo sguardo verso il cielo.

Nato a Caleruega nel 1170, Domenico de Guzman studiò presso la cattedrale di Palencia, quindi entrò a far parte dei Canonici regolari del capitolo di Osma. Ordinato sacerdote si distinse per l'austerità della vita penitenziale e per lo studio assiduo. Incaricato di una delicata missione diplomatica nel nord Europa, si rese conto del grave pericolo degli albigesi e capì che doveva dedicarsi all'apostolato in difesa della fede cattolica. Dopo varie traversie riuscì a ottenere il permesso di raccogliere attorno a sé compagni e compagne fondando un Ordine religioso, cui diede la regola di S. Agostino.

San Nicola indossa i paramenti vescovili e tiene con la mano sinistra un libro: Con la mano destra impugna il bastone pastorale. Sant'Agostino indossa anch'egli i paramenti vescovili, con la mitra in testa, e regge un calice con la mano destra, mentre con la sinistra impugna un sottile ed elegante pastorale. Sant'Apollonia leva in alto con la mano destra la palma del martirio. Una corona di rose adorna il suo capo, mentre regge con la mano sinistra le tenaglie, simbolo del suo martirio.

Il quadro misura 240 cm d'altezza e 175 di larghezza. Dipinto a olio, il quadro è stato realizzato nel Seicento e si trova nel decimo altare della parete destra della chiesa di S. Maria delle Grazie a Calascio, un piccolo paese di qualche centinaio di abitanti nel territorio de L'Aquila. Calascio si trova a 1200 metri slm nel Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga.

 

 

La chiesa di Santa Maria delle Grazie, nota anche come chiesa di San Francesco, fa parte di un complesso francescano associato a un convento, che è stato fondato nel 1594 dal padre francescano Mario da Calascio (1550-1620), confessore di papa Paolo V ed eminente biblista, grammatico e lessicografo.

Padre Mario assicurò al convento una notevole biblioteca ricca di codici, incunaboli e cinquecentine. La facciata della chiesa presenta un portico con tre archi, di cui quello centrale è più ampio. Al di sopra si trova un rosone affiancato da due finestre. L'interno della chiesa è ricco di opere d'arte, fra cui ricordiamo un ciborio seicentesco, un candelabro in legno intagliato, una tela di Giulio Cesare Bedeschini che raffigura Francesco d'Assisi che dà il cordone monastico a Luigi IX di Francia e una Madonna col Bambino cinquecentesca in terracotta. Sontuoso si presenta l'altare maggiore dall'aspetto monumentale, ricco di statue di santi. Notevole è pure il coro ligneo Il chiostro del convento si presenta su due piani con arcate sorrette da colonne ed un pozzo nello spazio centrale. Il corridoio a piano terra presenta ampi stralci di pitture, con una serie di affreschi delle "storie di Maria" e delle "storie di San Giovanni da Capestrano" nelle lunette del chiostro. Interessante è il dipinto nel refettorio di Fabrizio Micarelli, che raffigura l'Ultima cena, opera del 1643. Il convento conserva un ricco apparato di altari lignei ed arredi barocchi.