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PITTORI: Cesare Calise

Agostino, Monica e san Nicola da Tolentino

Agostino, Monica e san Nicola da Tolentino

 

 

CESARE CALISE

1633

Ischia, chiesa del Soccorso

 

Agostino, Monica e san Nicola da Tolentino

 

 

 

La chiesa del Soccorso sorge a picco sul mare, il quale la circonda su per tre lati. Originariamente era un convento Agostiniano, con la relativa cappella costruita intorno al 1350 e soppressa nel 1653. La chiesa, nella sua veste attuale, risale al 1864. L'esterno è interamente bianco; la facciata è adornata di ricca scala ricoperta di preziose maioliche del Settecento. La struttura è un misto di architettura greco-bizantina, moresca e mediterranea. L'interno della chiesa custodisce la tela seicentesca di Cesare Calise, "Sant'Agostino, Santa Monica e San Nicola de Tolentino". La chiesa del Soccorso simbolo della cittadina di Forio, è conosciuta anche come la chiesa di Santa Maria della Neve o Santa Maria del Soccorso.

 

Al centro della pala, che celebra la santità agostiniana, è raffigurato sant'Agostino in abito vescovile, con una folta barba bianca e un'espressione matura. Il santo con la mano sinistra regge un libro, su cui è poggiato il pastorale e sotto il piviale indossa l'abito nero dei monaci eremitani. Alla sua sinistra c'è santa Monica che indossa un saio agostiniano e impugna un crocifisso con la mano sinistra. Il terzo santo agostiniano a destra è san Nicola da Tolentino che regge un giglio nella mano destra e un libro aperto nella sinistra. L'espressione seria dei tre santi conferisce un tono austero al dipinto. Agostino e Monica guardano verso l'alto, dove è raffigurata la Trinità con al centro la colomba dello Spirito Santo e ai due lati il Padre e il Figlio che poggiano la mano sinistra sul globo terrestre.

 

Presso l'Archivio di Stato di Napoli è stato rinvenuto il contratto relativo alla commissione della tavola, rogato dal notaio foriano Capuano nel 1632. Il contratto fu stipulato tra i due governatori della chiesa del Soccorso dei Frati Agostiniani, i due della cappella di S. Antonio di Padova nella quale doveva essere collocata l'opera e il pittore Calise. Il pittore si impegnava a consegnare l'opera a gennaio 1633 "in Napoli, alla sua puteca". L'opera fu dunque eseguita da Calise nella sua bottega napoletana. Dal documento si deduce che la struttura della tavola non corrisponde interamente a quella indicata dai committenti nel contratto. Oltre alle figure di Monica, Agostino, Nicola da Tolentino ed alla Trinità in alto, erano richieste infatti la Pietà con le Marie nella "cimbase" e la "Santissima Nuntiata" nei "frontoni". Può darsi che la tavola abbia subito danni o restauri che ne hanno alterato l'aspetto originario. Il dipinto può considerarsi una delle ultime testimonianze della presenza dei frati agostiniani, che furono costretti a lasciare la chiesa e il convento di Forio nel 1653.

 

Cesare Calise

Di Cesare Calise abbiamo scarsissime notizie e molti suoi quadri sono andati distrutti. Era originario di Forio e la sua attività è documentata dal 1588 al 1641. Pittore manierista, ha avuto un destino avverso, perché quasi tutta la sua produzione artistica è stata distrutta o mal restaurata, come nel caso della Madonna dei Misteri nella chiesa di Barano. Altre sue opere note sono: la Madonna di Loreto, S. Nicola da Tolentino, un trittico raffigurante la Madonna delle Grazie e i santi Vito e Caterina d'Alessandria, il martirio di Santa Caterina d'Alessandria, la Madonna del Rosario e i quindici Misteri. Tutte le tele del Calise sono firmate in lingua latina "Caesar Calensis pingebat."