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Particolare di Agostino fra il sangue di Cristo e il latte della Vergine
FRANCISCO CAMILO
1640-1660
Madrid, Biblioteca Nazionale di Spagna
Agostino fra il sangue di Cristo e il latte della Vergine
Il disegno a sanguigna è stato attribuito a Francisco camilo, un pittore di origini italiane, attivo a Madrid nella prima metà del Seicento. La scena è particolarmente complessa con al centro sant'Agostino inginocchiato, circondato da una gloria di angeli, mentre sul suo capo di affacciano Gesù Cristo in Croce e la Vergine dal cui seno destro sgorga un getto di latte.
La struttura dell'opera si riferisce a una leggenda che nasce probabilmente in Italia. Diversi pittori si sono ispirati a essa che trae spunto da passi delle meditazioni agostiniane: il santo è presentato innanzi al Cristo crocefisso ed alla Vergine, mentre, pregando, si domanda: "Hinc a vulnere pascor", e, volgendosi verso Maria, soggiunge: "Hinc lactor ab Ubere", concludendo: "Positus in medio quod me vertere nescio, Dicam ergo Jesu Maria miserere". Sembra che l'episodio prenda spunto da un passo della S. Aurelii Augustini Hipponensis episcopi et S. R. E. doctoris vita di Cornelius Lancelotz (1574-1622) O.S.A. edito ad Anversa nel 1616.
Lancillottus scrive, riportando parole apocrife di Agostino: "Positus in medio quo me vertam nescio. Hinc pascor a vulnere, hinc lactor ab ubere." La medesima scritta fu riportata da Francesco Francia e poi da Kartarius, un incisore nativo di Viterbo, che lavorò a Roma fra il 1560 e il 1570, nella sua stampa della Vita di Agostino edita nel 1570.
La prima immagine di Maria "Galactotrephousa" (così era chiamata in Oriente, mentre in Occidente veniva appellata come "Maria Lactans") è di origine copta e si trova in una cella monastica di Banit in Egitto e in una caverna eremitica del Monte Latmos in Asia minore (entrambi del sec. VI - VII) nonché a Roma in un frammento di scultura del secolo VI rinvenuto nel Cimitero di San Sebastiano. L'immagine paleocristiana della Virgo lactans, che nella rappresentazione del gesto materno per eccellenza evidenziava l'incarnazione del Cristo in una creatura terrena, fu recuperata nel secolo XII e incontrò enorme successo a partire dal XIII secolo, in coincidenza con la diffusione, promossa dai crociati, delle icone della Galactotrephousa che stimolò una fiorente produzione d'immagini devozionali sia nella pittura che nella scultura.
Ai piedi del santo un angioletto alza verso Agostino un cuore fiammante, simbolo del suo straordinario amore per Dio.
Francisco Camilo
Figlio di un immigrato italiano che si era stabilito a Madrid, nasce in questa città verso il 1610. Quando suo padre morì, sua madre si risposò e Camilo divenne il figliastro del pittore Pedro de las Cuevas, che lo considerò come suo figlio, insegnandogli a dipingere. A 18 anni Camilo dipinse un'immagine raffigurante San Francesco Borgia per l'altare maggiore della casa dei Gesuiti a Madrid.
Il conte duca di Olivares commissionò a Camilo una serie di dipinti raffiguranti i re di Spagna per il teatro di Buenretiro. Lo stesso Duca scelse nuovamente Camilo per abbellire la galleria occidentale del suo palazzo con 14 affreschi delle Metamorfosi di Ovidio. Camilo produsse comunque principalmente opere a carattere religioso, soprattutto per i monasteri di Madrid, Toledo, Alcalá e Segovia. Morì a Madrid nel 1671.