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PITTORI: Girolamo Campagna

Agostino e il bambino sulla spiaggia

Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

 

GIROLAMO CAMPAGNA

1600-1610

Località sconosciuta

 

Agostino e il bambino sulla spiaggia

 

 

 

Questa bella statuetta in bronzo è opera di Girolamo Campagna, un vivace e famoso scultore che visse nella seconda metà del Cinquecento e i primi decenni del Seicento.

Il personaggio raffigurato è sant'Agostino che appare in compagnia di un bambino, episodio che ricorda l'incontro del santo sulla riva del mare con un fanciullo che gli fa comprendere la sua incapacità a penetrare il mistero della Trinità. Il santo indossa gli abiti episcopali con in testa la mitra.

Questa leggenda è stata studiata da L. Pillion in La Légende de s. Jérome in Gazette des Beaux-Arts del 1908. L'episodio che godrà di molta fortuna nella iconografia agostiniana riprende un testo della Lettera apocrifa a Cirillo che avrebbe scritto lo stesso Agostino. In un passo Agostino ricorda una rivelazione divina con queste parole: "Augustine, Augustine, quid quaeris ? Putasne brevi immittere vasculo mare totum ?".

Questa leggenda si troverebbe forse già nel XIII secolo, sotto forma di exemplum, in uno scritto di Cesare d'Heisterbach (cfr. H. I. Marrou, Saint Augustin et l'ange, une légende médioévale, in l'Homme devant Dieu, Mélanges offerts au P. de Lubac, II, 1964, 137-149).

Questa leggenda sulla Trinità soppiantò ben presto la leggenda della Vedova che trattava dello stesso argomento della Trinità. L'origine di questa tematica iconografica non proverrebbe dunque dalla agiografia medioevale quanto piuttosto dalla predicazione. P. Antonio Iturbe Saìz ha a sua volta proposto una possibile ricostruzione della sua origine: nel secolo XIII si scrivevano "exempla" per i predicatori e in uno di questi apparve questa leggenda applicata a un professore di scolastica di Parigi con un fine chiaramente morale: criticare la alterigia e la superbia dei teologi.

Ma come poi tutto ciò fu collegato ad Agostino ? Due possono essere le spiegazioni: primo che necessitava un protagonista alla storia stessa e Agostino era l'uomo adatto in quanto era considerato un sommo teologo. La seconda spiegazione sta nella diffusione del testo di un apocrifo in cui san Gerolamo (come è stato anticipato all'inizio) discute con Agostino sulle capacità umane di comprendere il mistero divino. In ogni caso la prima volta che si incontra questa leggenda applicata ad Agostino corre nell'anno 1263. In margine va ricordata la disputa sul luogo dove si sarebbe svolto l'incontro tra Agostino e Gesù Bambino: sulla spiaggia di Civitavecchia o di Ippona ? Gli Eremitani e i Canonici si batterono a lungo sul tema, soprattutto perché ciascuno sosteneva che Agostino era stato il vero fondatore del loro Ordine religioso.

 

 

Girolamo Campagna

Nato a Verona nel 1549, Campagna fu allievo di Danese Cattaneo e quindi suo collaboratore sino alla sua morte. Sotto la direzione del Maestro lavorò al Monumento Fregoso nella chiesa di santa Anastasia a Verona e a quello Loredan nella basilica dei Santi Giovanni e Paolo a Venezia.

Campagna realizzò molte opere che riempirono le chiese di Venezia, di Verona e di Padova abbellendo altari, monumenti funerari e statue, che risentono dell'influenza di Sansovino e Palladio. In Campagna tuttavia tendono già ad emergere elementi del barocco. Tra le principali opere che gli vengono attribuite ricordiamo le statue in stucco del Coro di San Sebastiano (1582), della Scuola Grande di San Rocco (1587), uno dei due Giganti all'entrata della Zecca, il busto di Francesco Bassano nel Museo Civico di Bassano (1592) e la decorazione dei monumenti dogi Marino Grimani in San Giuseppe di Castello e Dolfin in San Salvatore.

Altre sue opere a Venezia sono il San Francesco nella chiesa di santa Maria dei Miracoli e la Pietà nella chiesa di san Zulian. Nella Cattedrale di Padova lavorò ai monumenti di Sperone e Giulia Speroni. Fra i suoi capolavori si possono citare le due statue bronzee dell'Annunciazione (Palazzo del Consiglio a Verona, oggi nel locale museo in Castelvecchio) che esprimono una sapiente ed espressiva mimica, la cui animazione sa esprimere un trasporto sentimentale del tutto nuovo per l'epoca.

Campagna muore a Venezia nel 1625.