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Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
CARLO CANE
1652
Monza, Basilica minore di S. Giovanni Battista
Agostino vescovo e Dottore della Chiesa
Stefano Danesi, detto il Montalto, con il quadraturista Francesco Villa, nel 1648 rappresentò le Storie del Nuovo Testamento sulla parte meridionale del presbiterio del Duomo di Monza. Di fronte, nel 1663, Ercole Procaccini il giovane, sempre con il Villa, dipinse le Storie dell’Antico Testamento. La volta invece venne decorata con le Storie della Genesi e una Gloria del Paradiso da Isidoro Bianchi, mentre la conca e il catino del Coro furono affrescati con le Storie del Battista da Carlo Cane, coadiuvato dal Villa, fra il 1650 e il 1652.
In alcuni riquadri Carlo Cane dipinse in quattro Dottori della Chiesa: papa Gregorio Magno e sant'Ambrogio a sinistra e Agostino e Gerolamo a destra.
Agostino e Gerolamo sono stati raffigurati uno di fronte all'altro con gli sguardi che si incrociano in un atteggiamento di confronto dialettico. Girolamo, dall'aspetto assai anziano, calvo e con una barba bianca, sta scrivendo su un grande libro aperto e si volge verso Agostino, che a sua volta srotola un cartiglio e indica con la mano sinistra un passo di quanto vi è scritto. I due probabilmente stanno discutendo riguardo a un tema biblico e si scambiano le loro osservazioni. Agostino indossa i paramenti episcopali e porta la mitra in testa. Il suo volto ha un aspetto di uomo maturo con una foltissima barba scura.
Carlo Cane
Figlio di Francesco nacque a Gallarate nel 1615. In gioventù si applicò al disegno con Melchiorre Gherardini, dedicandosi ad opere di piccolo formato. Lo studio degli affreschi del Morazzone a Varallo lo convinsero a considerare anche la pittura. Suoi affreschi sono noti nell'abside del Duomo di Monza, firmati e datati 1652. La fascia inferiore presenta Storie di S. Giovanni Battista, tra profeti e figure allegoriche, caratterizzati dai panneggi falcati e dalla sospensione dei gesti. Nel 1661 affrescò la sesta cappella a sinistra della Certosa di Pavia, con le api che entrano nella bocca di Ambrogio bambino e Ambrogio che vieta l'ingresso in chiesa a Teodosio. Nella medesima Certosa sono probabilmente anche gli affreschi della seconda cappella di destra, con gli Angeli e l'Elemosina di sant'Anselmo.
Gli vengono attribuiti anche gli affreschi della demolita chiesa di S. Maria Assunta a Gallarate, dove aveva eseguito una tela con la Madonna delle Grazie con Cristo e i santi Domenico e Francesco, di cui sono note una copia e una stampa. Sono ancora visibili due tele nella prepositurale che raffigurano la Nascita della Vergine e il suo Sposalizio, e la malconcia opera con S. Raimondo Nonnato con santi e angeli nella chiesa della Madonna di Campagna del 1688 circa.
A Milano si conservano alcune sue rappresentazioni religiose a san Nazaro (pala con la Vergine, il Figlio e vari santi), in san Calimero (un Angelo custode nella sagrestia) e in sant'Antonio abate (due episodi della Vita di san Nicolò da Bari). Il pittore produsse anche a dipinti non religiosi, con paesaggi, animali, nature morte e strumenti musicali, che suonava con perizia. Suo è il dipinto "La Merenda durante una partita di caccia con molti ritratti", che si trova nella Pinacoteca del Castello Sforzesco a Milano, dove morì nel 1688.