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PITTORI: Carcani Filippo

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

CARCANI FILIPPO

1683

Roma, chiesa di S. Rita delle Vergini

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

La statua che raffigura S. Agostino si trova nel presbiterio della chiesa agostiniana di santa Rita.

L'opera è stata eseguita nel 1683 da Filippo Carcani, noto anche con lo pseudonimo di Filippone, e abbellisce la chiesa di S. Rita (ex chiesa di S. Maria delle Vergini) a Roma. Questa chiesa fu costruita nel 1615 col titolo di santa Maria delle Vergini sull'area di una preesistente chiesa dallo stesso nome affidata alle cure delle monache Agostiniane del vicino collegio della Madonna del Rifugio. Vent'anni dopo fu ricostruita (1634-1636) perché troppo piccola per le esigenze del collegio e nel 1660 venne finalmente ultimato il convento delle monache. La chiesa, con il monastero, rimase alle Agostiniane fino al 1870, quando gli edifici vennero confiscati dallo Stato italiano. Nel 1904, quando la chiesa di santa Rita da Cascia in Campitelli, alle pendici del Campidoglio, fu smontata per la costruzione del monumento a Vittorio Emanuele II, il tempio di santa Maria delle Vergini venne riaperto al pubblico per ospitare la Confraternita della Santa Spina della Corona di Nostro Signore Gesù Cristo e di santa Rita da Cascia. Così la chiesa fu riconsacrato e dedicato a santa Rita da Cascia.

La nascita del monastero si deve a padre Pompeo Pateri, della Congregazione dell'Oratorio di san Filippo Neri. Nel 1613 l'istituto abbracciò la regola di sant'Agostino trasformandosi in un convento di suore di clausura intitolato a santa Maria delle Vergini Assunta in Cielo. Nel 1615 venne edificata una chiesa annessa al monastero, ma nel 1656 con la consulenza di Gian Lorenzo Bernini venne avviata la costruzione di un nuova grande monastero, ultimato nel 1660.

 

 

Carcani Filippo, detto Filippone

Artista eclettico, operò come scultore a Roma nella seconda metà del Seicento. Si ignora sia la sua data di nascita che di morte. Probabilmente apprese il disegno presso il pittore Fabio Cristofori. Adolescente entrò nella bottega di Ercole Ferrata, dove lavorò come aiuto nelle decorazioni a stucco. Verso il 1670 lavorò alle figure in stucco dei Geni nei due monumenti Falconieri in S. Giovanni dei Fiorentini. Al 1670 risale forse anche uno dei due Santi in stucco che erano posti ai lati dell'altare maggiore della chiesa di S. Marcello. Da una serie di documenti si ricava che Carcani faceva parte di un gruppo di artisti che proseguivano la bottega berniniana. Carcani scolpì le sculture di gusto berniniano nel monumento funebre dedicato dal cardinale Cesare Rasponi alla Signora Viani in S. Giovanni in Laterano. Già iscritto nella Congregazione dei Virtuosi al Pantheon, nel 1678 divenne accademico di S. Luca. Gli Atti dell'Accademia, dove ottenne diversi incarichi, registrano la sua presenza fino al 1688. Nel 1678 collaborò con G. L. Bernini al monumento di Alessandro VII in S. Pietro e sotto la guida di Mattia de' Rossi, eseguiva nello stesso periodo, per la chiesa di S. Maria in Montesanto, inaugurata nel 1679, assieme ad altre opere, due Angeli in stucco sorreggenti lo stemma del cardinale Gastaldi. Sempre sotto la direzione di Mattia de' Rossi, che ne ideò il progetto, scolpì le due figure allegoriche sorreggenti lo stemma del pontefice nel 1683. Alla stessa epoca possono datarsi sia il Monumento funebre al cardinale Pietro Basadonna (morto nel 1684) nella chiesa di S. Marco, sia gli stucchi con le due statue di S. Giuseppe e S. Agostino nelle nicchie ai lati dell'altare maggiore della chiesa di S. Maria delle Vergini.

La personalità di Carcani è di modesto rilievo artistico, ma ha un grande valore per delineare la storia del gusto nella scultura decorativa nella seconda metà del Seicento. L'eredità del Bernini, interpretata egregiamente da Raggi e Ferrata, viene tradotto in un linguaggio discorsivo in artisti come Carcani, Cavallini e altri che erano piuttosto artigiani e tecnici specialisti. Tutti costoro hanno avuto il merito, tuttavia, di avere avviato una evoluzione formale che nel Settecento diventò una novità stilistica.