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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Seicento: Anonimo di CasciaPITTORI: Anonimo di Cascia
Sant'Agostino vescovo
ANONIMO DI CASCIA
XVII secolo
Cascia, chiesa di sant'Agostino
Sant'Agostino vescovo
Questa statua che è conservata nella chiesa di sant'Agostino a Cascia ha un aspetto piuttosto tradizionale. Agostino infatti è raffigurato come vescovo con tutti i suoi attributi episcopali: si staglia in piedi reggendo con la sinistra un libro aperto mentre con la destra impugna il bastone pastorale. Il viso ha un aspetto giovanile con una folta barba nera e lo sguardo estaticamente rivolto verso l'alto. Il cromatismo delle vesti riesce a rendere gradevole l'insieme della scena scolpita dall'anonimo autore. La statua si trova nella chiesa di S. Agostino che domina dall'alto del colle, con il convento, la città di Cascia. Il complesso non ha subito danni dai frequenti terremoti che si sono succeduti nei secoli.
La storiografia tramanda che la chiesa primitiva, sorta sopra un tempio pagano, fosse intitolata a Giovanni il Battista di cui restò traccia nell'offerta che già nel secolo XIV, per norma statuaria, il comune era obbligato a presentare ogni anno, nel giorno della festività del Santo, al priore degli agostiniani. Verso il Mille gli eremitani cominciarono a officiare nella chiesa ed eressero il convento dove nel 1381 fu tenuto il capitolo provinciale agostiniano. La chiesa e il convento attuale furono edificati verso il 1389. L'interno è a una sola navata. e conserva delle belle pitture quattrocentesche, venute alla luce recentemente, che riportano iscrizioni gotiche. Allo stato odierno sono riconoscibili a sinistra dell'ingresso l'anno 1486 e la figura di San Nicola da Tolentino e alla parte opposta quelle dei SS. Pietro e Paolo. All'inizio della parete sinistra si notano: santi e Madonna con S. Nicola e sancta Monica Mater Augustini. Nella parete di fronte, Vergine in piedi entro mandorla fra i SS. Agostino e Rita genoflessi in preghiera; in basso, monache oranti in ginocchio e anime purganti (secolo XVII). Più innanzi, pulpito in legno con statuine di santi negli specchi (secolo XVII), vicino sul muro, affresco della Vergine con il figlio (sec. XVI). Il coro monastico, in noce massello, ha ventidue scanni.
Nella parete destra del corridoio d'ingresso al convento, il Crocefisso, la Madre e i SS. Giovanni e Pietro con l'iscrizione in Gotico: HOC OPVS F (actum) FIERI PAVLVS CICCHI A(nno) D(omini) MCCCC(...). Nella parete occidentale della vecchia chiesa, Angeli eucaristici con la scritta: (...) V=A (...) MCCCCLXXX.
8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.
8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.
8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.
8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.
8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.
8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.
POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6