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La Madonna della Cintura e i santi Agostino e Monica
MAESTRO DELLE GRAZIE
1650-1700
Cavallermaggiore, Santuario della Madonna delle Grazie
La Madonna della Cintura e i santi Agostino e Monica
Il dipinto raffigura sant'Agostino e santa Monica che ricevono dalla Vergine incoronata da due angeli, la sacra cintura. L'opera che si trova nella chiesa conventuale dell'insediamento degli agostiniani di Cavallermaggiore, esprime una delle più diffuse devozioni mariane celebrate dall'Ordine. Al livello superiore troviamo la Vergine che poggia su una mezzaluna in atto di distribuire la cintura. E' attorniata da un gran numero di angioletti. Ai suoi piedi sono inginocchiati su due nuvole Agostino a sinistra e Monica a destra. Monica indossa l'abito delle suore agostiniane e tiene fra le mani un crocifisso. Agostino indossa il piviale, ha in testa la mitra e con la mano sinistra regge il bastone pastorale. Nella mano destra ha raccolto un gran numero di cinture. Sotto il piviale indossa la nera tunica dei monaci che seguono la sua regola. Il volto del santo è devotamente rivolto verso la Vergine.
Al piano inferiore, a destra e a sinistra, si affacciano due gruppi di persone, nobili, prelati, papi e di nobildonne che alzano gli occhi verso l'alto per ammirare la scena. In mezzo ai due gruppi si apre un panorama montuoso che probabilmente vuol ricordare l'asperità del paesaggio locale.
Intorno al 1480 il Convento degli Eremiti di Sant'Agostino di Cavallermaggiore, che era stato fondato nel XIV secolo dai monaci del convento di Carmagnole della provincia conventuale della Lombardia, passò alla Congregazione di Osservazione della Lombardia. La chiesa annessa oggi è diventato Santuario Mariano ed è rimasta solo un'ala del chiostro, addossata alla chiesa, con le lunette che rappresentano la vita di S. Nicola.
La trasformazione in santuario mariano è avvenuta agli inizi dell'Ottocento quando un affresco miracoloso, con il pilone votivo presso cui avvenne il miracolo, venne traslato nel 1803 sull'altar maggiore della chiesa agostiniana.
Il fatto miracoloso è ricordato da una antica leggenda secondo la quale il 30 agosto 1452 nel bel mezzo di una violenta pestilenza, il sordomuto Vincenzo Bongianino riacquistò udito e parola grazie a un'apparizione della Vergine nelle vicinanze di un antico pilone votivo. La Madonna gli avrebbe poi consegnato una lettera scritta in caratteri d'oro, in cui invitava la popolazione a pregare a Dio per ottenere misericordia. La lesse il sindaco del comune, Giorgio Tarditi, che vide la richiesta della Vergine di costruire un tempio in suo onore. La peste e la guerra cessarono. Venne eretto un piccolo Santuario, che fu demolito nel 1803 e il pilone della città in cui era dipinta l'immagine della Vergine, venne trasportato dalle truppe francesi di occupazione nella Chiesa di S. Agostino, che da quel momento si chiamò Santuario della Beata Vergine delle Grazie.
L'originaria chiesa agostiniana risale al XV secolo, ha tre navate con pilastri quadrilobati e volte a ogiva. Sul fondo dell'abside si trova un grande altare barocco che racchiude il dipinto della Madonna delle Grazie (1393). In fondo alla navata sinistra si trova un affresco che raffigura S. Antonio, di Giovanni Angelo Dolce (1581).