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PITTORI: Cecco del Caravaggio

Sant'Agostino allo scrittoio di Cecco del Caravaggio

Sant'Agostino allo scrittoio

 

 

CECCO DEL CARAVAGGIO

1610-1620

Casamari, Pinacoteca Abbazia Cistercense

 

Sant'Agostino allo scrittoio

 

 

 

Questo bel Sant'Agostino di influenza caravaggesca, è attribuito a Cecco del Caravaggio e si trova nella Pinacoteca della Abbazia cistercense di Casamari assieme a un altro quadro che raffigura sant'Ambrogio.

Questa tipologia di scena è stata affrontata più volte da diversi artisti, che hanno rappresentato il santo nel suo scrittoio seduto in atto di scrivere. La scena è spesso il complemento o l'ambientazione preferita per le rappresentazioni tradizionali di Agostino vescovo e Dottore della Chiesa: sua caratteristica è proprio quella di avere scritto un gran numero di opere.

In questa rielaborazione di Cecco del Caravaggio il santo è in una stanza con un'ampia apertura che lascia intravedere una marina con delle montagne. Agostino ha un aspetto giovanile con una folta barba rossiccia che gli copre mento e petto. Indossa un elegante piviale con i lembi rivoltati da dove si può notare la presenza di un abito nero, il saio degli eremitani. Con la mano destra impugna una penna che sta usando per scrivere su un foglio che tiene fermo con la mano sinistra. Sparsi si notano dei libri sulla tavola. Una mitra verde e un bastone pastorale alle spalle completano i simboli della sua dignità episcopale. Il viso di Agostino ha un aspetto estatico in sintonia con quanto sta facendo: i suoi scritti traggono sempre ispirazione dal pensiero e dalla parola divina.

 

 

Francesco Boneri

E' conosciuto soprattutto con il soprannome di Cecco del Caravaggio. Pittore di origini lombarde. il suo soprannome deriva dal fatto che fu allievo, modello e secondo molti anche amante del Caravaggio.

Probabilmente conobbe il suo futuro maestro a Roma agli inizi del Seicento e divenne per lui una specie di factotum, dopo che il pittore ebbe lasciato la residenza del cardinale Francesco Maria Del Monte. Nel 1605 gli stati d'anime romani registrano l'abitazione di Caravaggio in vicolo san Biagio, con la presenza di un garzone di nome Francesco, che è stato riconosciuto proprio in Cecco del Caravaggio, forse anche suo modello e certamente suo seguace. Il critico d'arte Peter Robb ipotizza che Cecco sia stato il modello per il Davide e Golia, e soprattutto per il celebre Amor Vincit Omnia del museo di Berlino la cui posa licenziosa e invitante confermerebbe ulteriormente dell'omosessualità di Caravaggio. Per quanto suggestiva, è un'ipotesi che non può essere provata. Dal suo maestro Cecco apprese, oltre che le tecniche pittoriche, anche l'uso delle armi, come molti episodi (denunce e ferimenti vari) confermerebbero. Cecco, al pari del maestro, era un grande frequentatore di taverne, ed aveva il "pugnale facile". Fu sicuramente un pittore di buon livello, ma nessuna delle sue opere però è firmata e risulta quindi difficile una valutazione complessiva della sua attività artistica. I quadri che gli vengono attribuiti, come la "Cacciata dei mercanti dal tempio" (1610 circa) conservata a Berlino, mostrano uno stile molto facilmente riconoscibile e una veemente adesione al Merisi, derivata dalla piena comprensione di opere fortemente dinamiche come il "Il martirio di S. Matteo" della Cappella Contarelli.

Cecco, pur rimanendo molto legato ai modi e allo stile del maestro, costituisce una delle voci più originali nell'ambito del caravaggismo europeo.