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Vergine in trono con i santi Agostino, Monica e Nicola da Tolentino
PITTORE SENESE
1630
Certaldo, Museo di Arte Sacra
Vergine in trono con i santi Agostino, Monica e Nicola da Tolentino
Il dipinto eseguito da un anonimo pittore senese seicentesco raffigura la Madonna in trono con in braccio il Bambino attorniata da santi agostiniani e due sante. L'opera è attualmente conservata nel Museo di Arte Sacra di Certaldo, una pinacoteca-museo inaugurata nel 2001, che con il Palazzo Pretorio e la Casa di Giovanni Boccaccio costituisce uno dei tre musei della città. Si sviluppa all'interno dell'ex monastero agostiniano quattrocentesco nella città alta medievale e il suo ingresso è il chiostro attiguo della chiesa dei Santi Jacopo e Filippo.
Nelle sette sale del museo sono raccolte, come quella qui presentata, opere provenienti dalle chiese comprese nel territorio del vicariato ecclesiastico di Certaldo. L'ex monastero agostiniano è stato accuratamente restaurato per un uso museale e attualmente fa parte di un circuito di centri espositivi della Valdelsa e di musei vicariali sorti nella regione fiorentina. Questa aggregazione di beni culturali religiosi sparsi nel territorio che, per ragioni di sicurezza e custodia, non potevano essere conservati nelle sedi originarie, ha permesso la loro visibilità scientifica e pubblica fruizione.
La tela, che ha una origine probabilmente dallo stesso convento, si trova nella sala VI del Museo, che in antico costituiva la cappella della Compagnia della SS. Annunziata. Tuttora consacrata al culto, questa sala racconta la storia della Compagnia con dipinti e sculture seicenteschi. La Compagnia aveva fra i suoi compiti l'assistenza ai condannati a morte.
Il dipinto ha come elemento centrale la figura della Vergine, dall'aspetto molto giovanile che tiene in braccio il Bambino, che a sua volte regge fra le mani il simbolo del potere sul mondo. La vergine stranamente è seduta sopra il tetto di una casa o forse chiesa, per quanto manchino il campanile o altri riferimenti religiosi. Sopra la sua testa due angeli in volo reggono un maestosa e preziosa corona a forma di triara, quasi la volessero incoronare. Ai lati opposti due angeli a mezzo busto tengono fra le mani due cinture.
Al livello inferiore in piedi, a figura intera, sono visibili Agostino a sinistra e Monica a destra. Il santo indossa i paramenti episcopali, in testa ha la mitra e sul braccio sinistro è appoggiato il bastone pastorale. Con la mano destra impugna una penna che che sta utilizzando per scrivere su un libro aperto che tiene con la mano sinistra assieme a un calamaio. Sotto il piviale è bene visibile la tunica nera dei monaci eremitani, mentre sulle spalle è molto appariscente la cocolla. Il volto di Agostino esprime una certa maturità di anni, con una folta barba e lo sguardo rivolto allo spettatore.
Dirimpetto Monica è vestita con l'abito delle suore agostiniane ed è immersa in preghiera estatica mentre volge lo sguardo verso la Vergine. Ai piedi di Agostino è inginocchiato un giovane san Nicola da Tolentino in tunica agostiniana con i simboli che lo caratterizzano: il giglio e la stella raggiata. Il santo appoggia la mano sinistra su un grosso volume che tiene ritto verticalmente. Ai piedi di Monica sono inginocchiate due sante di cui una è certamente Caterina d'Alessandria, patrona degli scriptoria dei monasteri agostiniani.
In primo piano un angioletto inginocchiato mostra un crocefisso alla adorazione e devozione del fedele che osserva il quadro. La presenza di così tanti personaggi legati al mondo agostiniano lascia intuire che l'opera venne commissionata all'interno del panorama culturale agostiniano.
Il Convento degli Agostiniani è ubicato nella parte antica di Certaldo e comprende la chiesa dei santi Jacopo e Filippo che ospita la salma di beata Giulia e il monumento funebre a Boccaccio. La chiesa si affaccia su una piccola piazza, che costituiva in origine il cimitero del convento. Avanti il 1422 l'edifico divenne sede degli agostiniani. Il chiostro, costruito su due piani e sorretto da colonne in mattoni con eleganti capitelli in pietra, ha una forma trapezoidale irregolare, che crea un suggestivo effetto prospettico. Salendo le scale si perviene alla cella della beata Giulia, dove per suo desiderio, fu murata viva fino alla sua morte.
Il complesso comprende la chiesa, il convento, il chiostro, il giardino ed i sotterranei. La chiesa dei santi Jacopo e Filippo costituisce una delle più antiche costruzioni del borgo e nel 1963 ha subito un restauro radicale che ha ripristinato il suo originario aspetto medievale. Al suo interno le pareti sono spoglie e costruite in cotto. Al suo interno oltre al Cristo di Petrognano che attira l'attenzione per la sua grande mole e bellezza, si trovano le tombe dove riposano le spoglie della Beata Giulia e di Giovanni Boccaccio. Attiguo alla chiesa si estende il Convento adibito oggi a Museo d'Arte Sacra. Fuori dal Convento si trova il Chiostro dal quale si accede all'Hortus Conclusus o giardino del convento ricreato secondo il modello medievale con al suo interno piante aromatiche e officinali utilizzate per le loro proprietà curative.