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PITTORI: Chiari Fabrizio

La Trinità con Agostino e Monica a Viterbo, chiesa della SS. Trinità

La Trinità con Agostino e Monica

 

 

CHIARI FABRIZIO

1651

Viterbo, chiesa della SS. Trinità

 

La Santissima Trinità con Sant'Agostino e Santa Monica

 

 

 

Nell'abside centrale della chiesa agostiniana della SS. Trinità a Viterbo si trova un grande altare settecentesco in marmo policromo che conserva una grande pala raffigurante la Santissima Trinità, Sant'Agostino e Santa Monica. La tela è stata dipinta nel 1651 dal pittore romano Fabrizio Chiari. Dietro, si può osservare uno splendido coro ligneo settecentesco.

La chiesa fu costruita dagli agostiniani nel XIII secolo. Nel 1256 gli Agostiniani dell'eremo di Monterazzano si erano trasferiti sul colle della Trinità, dove eressero una prima chiesa, il cui altare fu consacrato da Alessandro IV nel 1258. Nel 1727, demolita la chiesa medioevale, gli agostiniani, su progetto dell'architetto romano Giovan Battista Gazale, avviarono la costruzione dell'attuale chiesa che fu completata solo nel 1745.

La facciata, dove sono presenti elementi sia barocchi che neoclassici, è divisa in due ordini, uno dorico e uno ionico. Nel grande finestrone centrale a forma di balconcino, è inserita una gloria barocca con il simbolo della Trinità. Ai suoi lati, due nicchie accolgono le statue in pietra peperina di santa Monica a sinistra e di Santa Rita a destra. le due statue furono scolpite dagli scultori romani Camillo e Vincenzo Pacetti. Nelle due nicchie ai lati del portale centrale sono conservate le statue di sant'Agostino a sinistra e di san Tommaso da Villanova a destra. Anche queste due ultime statue furono realizzate dai Pacetti.

L'interno della chiesa si presenta a croce latina con la presenza di tre navate. Al centro della crociera si eleva la cupola, le cui vele furono affrescate da Giuseppe Toeschi che vi dipinse le figure dei santi Dottori della Chiesa Agostino, Ambrogio, Girolamo e Gregorio. Le navate laterali sono suddivise in tre cappelle per ogni lato. Altre due cappelle si trovano del transetto cui se ne aggiungono ulteriori due nelle absidi laterali.

Ai lati del presbiterio, a destra c'è un Crocifisso ligneo del XVI secolo, mentre a sinistra si erge una statua devozionale della Madonna della Consolazione, nota anche come Madonna della Cintura.

 

 

Chiari Fabrizio

Nasce a Roma verso il 1615. Poche sono le notizie sul suo conto. Secondo il biografo Pio (1724), si sarebbe formato disegnando con grande passione le sculture classiche e nella sua prima giovinezza avrebbe frequentato i migliori pittori romani contemporanei. La sua attività fu dedicata soprattutto all'incisione attraverso la riproduzione di grandi opere dei pittori del Seicento tra i quali il Domenichino e il Poussin.

La sue prime incisioni datano 1635 e 1636, e furono tratte da due tele di Poussin. Verso il 1645 fu impegnato nella decorazione di S. Martino ai Monti: suo è certamente un dipinto che raffigura S. Martino mentre dona il suo mantello a un povero. Nel 1635 divenne aggregato dell'Accademia di S. Luca e nel 1655 fu creato accademico di merito. Avendo acquistato una certa padronanza della tecnica a olio e a fresco, Chiari lavorò per committenti stranieri e anche per Cristina di Svezia. Tra il 1656 e il 1657 lo troviamo nell'elenco dei pittori impegnati da Pietro da Cortona del palazzo pontificio a Montecavallo.

Nel 1678 dipinse gli affreschi nella chiesa dei SS. Ambrogio e Carlo al Corso. Si conservano altre sue opere in diverse chiese romane, tra cui la pala d'altare raffigurante S. Francesco di Sales nella chiesa di Trinità dei Monti; un quadro raffigurante S. Tommaso di Villanova nella di S. Maria del Popolo; una tela con S. Apollonia nella chiesa di S. Anastasia; una tela raffigurante S. Maria Maddalena nella collegiata di S. Celso in Banchi e altre ancora nella chiesa di Regina Coeli.

Chiari morì nella città di Roma, dove visse tutta la sua vita, nel 1695.