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PITTORI: Cesellatore di Chignolo

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

CESELLATORE DI CHIGNOLO

1650-1690

Chignolo d'Isola, chiesa di san Pietro Apostolo

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Realizzato nell'orizzonte culturale lombardo-veneto della seconda metà del secolo XVII, questo Sant'Agostino a rilievo appartiene ad una Croce astile in ottone argentato.

Ottenuto con la tecnica dell'ottone fuso, dorato il rilievo misura cm 7x7x2. Si presenta attualmente in un buon stato di conservazione ed è conservato nella chiesa di san Pietro Apostolo a Chignolo d'Isola.

Qeusta chiesa venne edificata nel 1873-1885 e consacrata nel 1901, Al suo interno presenta numerosi dipinti di discreto pregio, due confessionali realizzati dai fratelli Manzoni nel 1913 su disegno dell'ingegnere Elia Fornoni, il coro ligneo di Cesare Zonca, l'addobbo delle Quarantore ed una reliquia di Venturino da Bergamo.

Il sant'Agostino della croce astile ci presenta una figura a mezzo busto che impugna un libro chiuso e lo alza quasi a presentarlo allo spettatore. il santo ha una folta capigliatura, un viso giovanile e una fluente barba che gli giunge fino al petto.

 

Agostino viene frequentemente raffigurato nelle sue vesti di vescovo e di Dottore della Chiesa. Spesso Agostino è associato ad altri santi e soprattutto agli altri tre Dottori Gerolamo, Ambrogio e San Gregorio Magno. Con questi ultimi fu praticamente raffigurato in tutte le chiese cristiane d'Occidente sui piloni o sulle volte del presbiterio e della navata centrale. Appare vestito sia da vescovo che da monaco che da canonico; talvolta ha una chiesa in mano, altre volte un libro, una penna o un cuore. Il significato di questo tema iconografico è chiarissimo: Agostino è stato uno dei vescovi che ha maggiormente difeso la Chiesa in tutti i suoi scritti e soprattutto con tutta la sua anima e il suo cuore.

Il primo a parlare di Agostino come Dottore della Chiesa fu Beda il Venerabile che lo elencò assieme ai santi Gerolamo, Ambrogio e Gregorio papa in un suo scritto dell'VIII secolo. Questo elenco fu approvato il 24 settembre 1294 con lettera di conferma liturgica di papa Bonifacio VIII stilata ad Anagni.