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PITTORI: Felice Ciccarelli

La Vergine incoronata fra i santi Agostino, l'Arcangelo Michele e Apollonia

La Vergine incoronata fra i santi Agostino, l'Arcangelo Michele e Apollonia

 

 

CICCARELLI FELICE

1602

Lanciano, chiesa di sant'Agostino

 

La Vergine incoronata fra i santi Agostino, l'Arcangelo Michele e Apollonia

 

 

 

La chiesa di sant'Agostino a Lanciano apparteneva al più vasto complesso del Monastero degli Agostiniani costruito alla fine del XIII secolo. L'armonioso portale è incorniciato da colonnine tortili, da fregi floreali e punte di diamante di ottima esecuzione. L'interno della chiesa ha subito varie trasformazioni stilistiche e dall'originario aspetto medievale ha assunto forme barocche. Si presenta a navata unica con volte a crociera. Il monumentale altare maggiore fu lavorato da Bernardino Altobello che nel 1602 lo indorò, realizzando anche le colonne del tabernacolo ligneo a motivi classici. La struttura si presenta a tre scomparti dove sono posizionate le tele, di cui quella centrale è la più grande. I due scomparti minori presentano sopra e sotto quattro piccoli riquadri con figure di santi. Nella sezione centrale si trova il grande dipinto della Madonna in Gloria tra Angeli e i santi Agostino, l'Arcangelo Michele e Apollonia. L'opera viene attribuita a Felice Ciccarelli di Atessa. Le altre due tele mostrano altri santi, mentre le quattro piccole tele portano le immagini di santi dell'ordine Francescano e Osservante, tra cui Francesco d'Assisi. Agostino è raffigurato a sinistra con in mano un modello di chiesa. Indossa i suoi paramenti episcopali e alza la mano destra in segno di benedizione.

Ha il bastone pastorale appoggiato alla spalla destra e una mitra bianca decorata in testa. Il suo volto è vegliardo esi presenta con una foltissima e lunga barba grigia.

Sul lato destro della navata si trova la cappella dei Santi Simone e Giuda Taddeo, le cui reliquie nel 1439 furono trafugate da un sacerdote lancianese dall'omonima chiesa veneziana. Scoperto il furto, la Serenissima organizzò una spedizione militare contro la città di Lanciano per recuperare le reliquie ma i Veneziani sbagliarono luogo e le reliquie rimasero a Lanciano.

Dopo la soppressione del convento agostiniano per effetto della Bolla innocenziana del 1652, la chiesa fu ripristinata nel 1679 dal marchese di Vasto Gaetano Gigliani, che fece realizzare un monumentale sepolcro in marmo, che mostra il suo busto e un cartiglio con iscrizione dedicatoria. Gli stuccatori Gerolamo Rizza e Carlo Piazzoli, allievi dello stuccatore lombardo Giovan Battista Gianni, nel Settecento abbellirono gli interni con decorazioni geometriche presso le cornici delle cappelle laterali e motivi che riguardano i simboli della Chiesa. I lavori hanno interessato anche la volta centrale a crociera, con le decorazioni delle cornici che racchiudono dei dipinti ad affresco riguardanti scene di vita di Sant'Agostino.

Sulla parete di fondo si trova invece un monumentale dossale della fine del Cinquecento nel cui scomparto centrale sono raffigurati sant'Agostino tra san Michele Arcangelo e sant'Apollonia.

 

 

Felice Ciccarelli

Di questi pittore abbiamo un quadro descrittivo generale nel volume "Biografia cronologico-storico-critica degli uomini illustri atessani" del sacerdote Tommaso Bartoletti, edito a Napoli nel 1836: "Pittore celeberrimo ma non molto noto, per le poche di lui opere. Un travagli singolare, nel prestantissimo di lui genere, si è la pittura della Vergine del Carmine, che con venerazione di conserva. Da questo capo d'opera s'arguisce il valore del Ciccarelli. Poiché vi si ammirano il colorito del panneggio, il morbido della carnaggione, la testa, e signatamente la barba del Padre Eterno. Nel disegno della mano si nota per le dita qualche difetto e ciò pel tempo in cui viveva. Per quanto più tal pittura si rimira, non è mai soddisfatto a pieno lo spettatore di vagheggiarla. Celebri pittori sono rimasti incantati a tal vista. Vi era in san Domenico la pittura del Rosario, in gran quadro, fatta travagliare dalla prima moglie di Fulvio Scacchi nel 1606, ma l'incuria e l'ignoranza non l'han conservata."