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PITTORI: Pittore di Colere

Madonna della cintola con San Sebastiano, Sant'Agostino, San Rocco e Santa Margherita d'Antiochia

Madonna della cintola con i santi Sebastiano, Agostino, Rocco e Margherita d'Antiochia

 

 

PITTORE DI COLERE

1685

Colere, chiesa di San Bartolomeo

 

Madonna della cintola con San Sebastiano, Sant'Agostino, San Rocco e Santa Margherita d'Antiochia

 

 

 

Questa tela datata 1685 e conservata nella chiesa parrocchiale di Colere è opera di autore ignoto che si è formato nell'orizzonte culturale ed artistico lombardo. La scena rappresentata è ricca di personaggi che si affollano ai piedi della Vergine. Si tratta di una originale raffigurazione della Madonna della Cintura che costituisce la pala d'altare dell'Altare dedicato alla Madonna della cintola. L'anonimo pittore vi ha raffigurato la Madonna che offre, assieme agli angeli e al bambino Gesù una serie di cintole a San Sebastiano, Sant'Agostino, San Rocco e Santa Margherita d'Antiochia.

Due di questi santi, Sebastiano e Rocco sono tipici taumaturghi della peste, Agostino (di solito assieme a Monica) compare frequentemente un questo genere di rappresentazione poichè gli agostiniani hanno sempre avuto una devozione particolare per la Madonna della Cintura.

Margherita d'Antiochia, secondo la tradizione agiografica, subì il martirio sotto Massimiano ed è venerata come santa sia dalla Chiesa cattolica che da quella ortodossa che la considerano patrona delle partorienti. Margherita d'Antiochia era inserita nell'elenco dei quattordici santi ausiliatori che venivano invocati nei momenti difficili.

La tela si presenta ancora in un buono stato di conservazione e misura cm 220x160. Secondo quanto si desume dal sommario delle chiese della diocesi di Bergamo, redatto nel 1666 dal cancelliere Marenzi, la chiesa parrocchiale di Colere in Val di Scalve, sotto l'invocazione di San Bartolomeo apostolo, figurava nella pieve di Scalve. Aveva quattro altari e vi erano erette le scuole del Santissimo Sacramento e del Rosario. Entro i confini della parrocchia esisteva un oratorio dedicato alla Beata Vergine Maria, un altro sotto il titolo di Santa Margherita, e quello della Visitazione di Santa Maria Elisabetta.

Nella chiesa parrocchiale presso l'altare maggiore era eretta la scuola del Santissimo Sacramento; al secondo, intitolato al Santissimo Rosario, era istituita l'omonima confraternita; al terzo sotto il titolo della Beata Vergine Maria della Cintura era presente la confraternita dei Cinturati; al quarto dedicato ai confratelli della dottrina cristiana, era presente la scuola con la medesima denominazione.

 

La festa della Madonna della Cintura viene celebrata la prima domenica dopo il 28 agosto, memoria di sant'Agostino. La devozione alla Vergine della Cintura, secondo la tradizione, è nata dal desiderio di Santa Monica di imitare Maria anche nel modo di vestire: Monica infatti avrebbe chiesto alla Madonna di farle conoscere quale era il Suo abbigliamento durante la Sua vedovanza e, soprattutto, come vestiva dopo l'ascesa al cielo di Gesù. La Vergine, accontentandola, le apparve coperta da un'ampia veste di stoffa dozzinale, dal taglio semplice e di colore molto scuro, ossia in un abito totalmente dimesso e penitenziale. La veste era stretta in vita da una rozza cintura in pelle che scendeva quasi fino a terra. Maria, slacciatasi la cintura, la porse a Monica raccomandandosi di portarla sempre e le chiese di invitare tutti coloro che desideravano il Suo particolare patrocinio ad indossarla. Fra i primi ci fu sant'Agostino e, poco per volta, la cintura divenne uno dei tratti distintivi dell'ordine degli Agostiniani e di quanti hanno regole di vita che traggono spunto da sant'Agostino. La cintura nel mondo romano ed in questo contesto in particolare, aveva un valore simbolico ed indicava un legame (non a caso giocava un ruolo importante nel matrimonio dell'età classica), in un rapporto certamente di livello impari, di sottomissione che comportava una protezione, espressa da parte della Madonna nella forma del Patrocinio. Nella coroncina da recitarsi ogni giorno da parte dei "cinturati" questo accessorio viene interpretato come l'umanità di Cristo che per amore ha sparso il Suo sangue per le Sue creature. Portare la cintura equivale ad avere di fronte a sé il volto del Redentore e deve aiutare a tenere un comportamento aderente al Vangelo, secondo la volontà del Signore. Sono frequenti le immagini in cui si ritrae la Vergine, in alto, tra santa Monica e sant'Agostino in atto di donare la propria cintura: la Madonna appare con il Bambino in braccio, elemento che manca nel racconto tradizionale e non indossa affatto un abito scuro ma è raffigurata quasi sempre con la veste rosa e azzurra: il colore penitenziale rimane solo per la cintura che offre ai fedeli anche perché il nero o il marrone sono due colori capaci di evidenziare il particolare all'interno della composizione pittorica. L'iconografia della Madonna della Cintura è simile in vari casi a quella della Vergine del Rosario e la stessa Cintura si può confondere con quello strumento di preghiera: come nel caso della Madonna di Pompei, anche la Vergine della Cintura viene sovente raffigurata fra due santi uno di sesso maschile e l'altro femminile.