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Sant'Agostino scrive ispirato dalla Trinità
COURTOIS GUILLAUME
1650-1679
Roma, chiesa di S. Pudenziana
Sant'Agostino scrive ispirato dalla Trinità
L'opera, che viene attribuita Guillaume Courtois, si trova nella chiesa romana di santa Pudenziana. La tela ci presenta la figura di sant'Agostino mentre scrive ispirato dalla Santa Trinità.
La basilica di santa Pudenziana è una chiesa del IV secolo ed è dedicata alla sorella di santa Prassede e figlia del senatore romano Pudente. La chiesa sarebbe stata costruita sulla domus del senatore Pudente, che, secondo la tradizione, sarebbe stato convertito dall'apostolo Pietro con le sue due figlie Pudenziana e Prassede.
La scena ci presenta un Agostino da vescovo seduto in una scenografica ambientazione classica mentre tiene con la mano sinistra un libro aperto e con la destra impugna una penna. Il viso, pensieroso e quasi in estasi, rivolge lo sguardo verso l'alto dove appare la Trinità. Un nugolo di angioletti ruotano e danno vivacità alla scena indicando a loro volta la presenza della Trinità quale punto finale di ogni osservazione.
C'è un misterioso processo che avviene in Dio. Il Vangelo ci dice che Gesù di Nazareth era il Figlio di Dio. Ma che cosa significa? Che cosa vuol dire che Cristo e il Padre sono uno solo? L'interezza del messaggio cristiano sta proprio in questa unità, che si realizza sulla croce, grazie alla morte di Gesù, in quanto uomo. A questo proposito l'intelletto umano può trovare solo analogie. E il genio di Agostino ha esposto, in quindici analisi incredibilmente valide, il suo modo di approssimarsi a questo mistero dell'incarnazione di Dio e dello Spirito Santo. Di questi 15 libri possiamo qui prenderne in esame solo uno, e anch'esso solo per brevi cenni. Che cosa c'è di più misterioso dell'incarnazione di Dio?
D'altra parte fuori di te non esisteva nulla, da cui potessi trarre le cose, o Dio, Trinità Una e Trinità trina. Perciò creasti dal nulla il cielo e la terra ... Tu sei onnipotente e buono, per fare tutto buono, il cielo grande, come la piccola terra. C'eri tu e null'altro.
AGOSTINO, Confessioni 12, 7, 7
Guillaume Courtois
Noto anche nella dizione italianizzata come Guglielmo Cortesi, nacque a Saint-Hippolyte nel 1628.
Giunse in Italia quand'era ancora bambino col padre e il fratello, che diventerà gesuita e sarà un discreto pittore a sua volta. Si trasferì a Roma nel 1638 dove frequentò la bottega di Pietro da Cortona. Studiò soprattutto le opere di Giovanni Lanfranco e Andrea Sacchi, nonché i pittori bolognesi e Giovanni Francesco Barbieri. Dopo queste esperienze si orientò verso uno stile classicheggiante con una tendenza al manierismo. Un'opera eseguita per l'ambasciatore di Venezia gli permise di farsi apprezzare tanto da essere elogiato anche dal maestro Pietro da Cortona. Ne seguirono varie committenze: importanti sono gli affreschi in San Giovanni in Laterano, nella galleria del Palazzo del Quirinale e nella chiesa di Santa Prassede. Eseguì parecchi studi e disegni a sanguigna che rivelano la sua speciale attenzione nel preparare le figure per i suoi dipinti. Eseguì vari lavori anche con il fratello, soprattutto per i conventi dei Gesuiti. Durante il pontificato di Alessandro VII lavorò con Bernini, ottenendo commissioni per la decorazione di chiese a Roma. Guillaume Courtois morì nel 1679.